"Cavalleria", dal teatro classico al cinema

Nella messinscena di De Simone l'oleografia è tenuta ben lontana senza per questo lasciar spazio a radicali alterazioni ambientali: la regia punta piuttosto a rileggere l'opera alla luce di una pluralità di riferimenti incrociati

Recensione
classica
Teatro di San Carlo Napoli
Pietro Mascagni
01 Marzo 2007
aIl maggiore motivo d'interesse del terzo appuntamento operistico del San Carlo, è dato dalla nuova regia di Roberto De Simone di "Cavalleria rusticana", un titolo che viene abbinato al "Gianni Schicchi" già realizzato dallo stesso De Simone qualche anno fa per l'Opera di Roma (qui riproposto con un Leo Nucci in ottima forma). E', come ci si poteva attendere, una messinscena in cui l'oleografia è tenuta ben lontana, senza per questo lasciar spazio a radicali alterazioni ambientali: la regia punta piuttosto a rileggere l'opera alla luce di una pluralità di riferimenti incrociati. C'è prima di tutto il teatro classico, con la scena fissa e gli abitanti del paese siciliano sempre presenti, a formare un coro da tragedia greca. Ma c'è anche il cinema, con la proiezione di frammenti del film che Ugo Falena trasse nel 1916 dall'opera di Mascagni (con Gemma Bellincioni celebre prima Santuzza; immagini che vengono usate in senso prevalentemente prolettico rispetto allo svolgimento del dramma. Il ricorrere delle frasi cruciali del testo sullo schermo, e la presenza ricorrente di due ballerini mimanti il duello, sono lì a presentarci la vicenda come la cronaca di una "morte annunciata" cone evidenti rimandi a Marquez; mentre lo stacco eveidente che, rispetto al bianco e nero prevalente, produce il tricolore nazionale durante la processione di Pasqua, sottolinea l'appartenenza del capolavoro di Mascagni alla cultura collettiva del nostro paese. La direzione di Pehlivanian, equilibrata, sobria negli effetti ma non priva di calore, si allinea bene alla prospettiva registica. Il cast vocale, con in prima fila Elisabete Matos (Santuzza) Sonia Zaramella (Lola), Walter Fraccaro (Turiddu) e Albero Mastromarino (Alfio), tiene la scena egregiamente.

Interpreti: Walter Fraccaro (Turiddu), Elisabete Matos (Santuzza), Alberto Mastromarino (Alfio); Sonia Zaramella ( Lola)

Regia: Roberto De Simone

Scene: Nicola Rubertelli

Costumi: Daniela Ciancio

Direttore: George Pehlivanian

Maestro Coro: Marco Ozbic

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