Brillantissimo Koopman
Con l’Amsterdam Baroque Orchestra a Roma l’apertura della Stagione IUC
Recensione
classica
L’inaugurazione della stagione dell’Istituzione Universitaria Concerti aveva il pubblico festoso delle grandi occasioni per Koopman direttore della Amsterdam Baroque Orchestra.
Haydn e Mozart, il confine cronologico oltre il quale il direttore olandese non si spinge, in un programma che incastonava il Concerto per flauto e arpa di Mozart in mezzo all’ultima grande sinfonia dei due sommi, la London e la Jupiter. Schiacciato così tra due immensi capolavori il concerto con i due bravi solisti, Wilbert Hazelzet, flauto traverso barocco e Maria Christina Cleary, arpa, nella pur abile scrittura rivelava un peso più leggero rispetto alle due grandi opere. Nelle quali i venticinque strumentisti davano il meglio, in un organico davvero ridotto al minimo che puntava su agilità, chiarezza e brillantezza del fraseggio. Mirabile la lucidità razionale e malinconica dell’ultimo Haydn, nel movimento iniziale, nell’esemplare Andante variato come nel più complesso Finale. E poi maestoso l’attacco della Jupiter anche qui con i fraseggi scolpiti che incollavano l’ascoltatore alla percezione del più piccolo dettaglio. Venivano un po’ sacrificati a tanta scarna chiarezza la morbidezza del timbro e degli impasti specie nel fascinoso Andante cantabile. Qui e ancor più nel successivo Menuetto Koopman preferiva tempi davvero scorrevoli, con sottolineature virtuosistiche oltre che nel tema principale degli archi negli interventi puntuali e serrati degli strumenti a fiato originali. Per giungere infine come a precipizio al Molto Allegro conclusivo. L’intersecarsi dei contrappunti era quanto di più felice sotto la direzione del quasi-folletto iperenergetico che incedeva con passo svelto e ringraziava, regalando un bis del Menuetto se possibile più veloce della volta precedente.
Interpreti: Wilbert Hazelzet, flauto traverso; Maria Christina Cleary, arpa
Orchestra: Amsterdam Baroque Orchestra
Direttore: Ton Koopman
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