Brilla Grease a Trieste
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Recensione
classica
Non fa certo rimpiangere il mito americano di Broadway o la fama del Drury Lane Theatre di Londra, luoghi deputati del musical, l'italianissima Compagnia della Rancia da anni impegnata nel nostro Paese a far rivivere intelligentemente i colori, le suggestive coreografie e le canzoni di un genere, quello del musical che in Italia ha avuto pressoché una storia recente e che non possiede ancora né una sede stabile né una città che lo identifichi. Le riesumazioni firmate da Saverio Marconi in quest'ultimo decennio hanno sempre e comunque centrato il bersaglio, come dimostrano i lunghi serpentoni che si formano al botteghino delle svariate città in cui puntualmente fa tappa la Compagnia della Rancia da lui guidata. E' accaduto anche ieri sera a Trieste dove, alla Sala Tripcovich, è stato allestito l'attesissimo "Grease", già collaudato mesi fa a Milano in prima italiana assoluta. Noto al pubblico nostrano grazie al remake filmico di Randal Kleiser che consacrò nel 1978 John Travolta e Olivia Newton-John, il mondo dei teen-agers imbrillantinati dei tardi anni Cinquanta americani è stato riproposto dalla Compagnia della Rancia (in coproduzione con Musical-Italia) in una nuova edizione in lingua italiana con un nuovo cast formato da una ventina di vivacissimi e bravissimi interpreti, capitanati dalla perfetta regia di Marconi (spartita assieme a Franco Angelini) e dalle coreografie ignee di uno specialista come Franco Miseria. La genesi di "Grease" rimonta a una trentina d'anni fa, allorché nel 1971 una coppia di attori disoccupati, Jim Jacobs e Warren Casey, in piena epoca di funk psichedelico, ebbe l'idea (con un paio d'anni d'anticipo rispetto ai ripescaggi traferiti in "American Graffiti") di rinverdire le esuberanze musicali di Elvis Presley, di Chuck Berry e degli Everly Brothers, ma anche di ironizzare quel filone cinematografico hollywoodiano (la più parte appannaggio di Sandra Dee e del suo futuro consorte) che celebrava i primi amoreggiamenti scolastici e i sogni di gloria dei giovani dell'epoca a ritmo di rock'n'roll. Jacobs scrisse il copione e Casey si incaricò di parodiare i suoni rockers componendo una serie di melodie, di duetti e di pagine corali che imitavano gli originali. Dall'originale al suo doppio il passo fu breve e "Grease" reimbrillantinato anni Cinquanta debuttò il 14 febbraio 1972 all'Eden Theatre con uno straordinario successo di pubblico: nel cast figurava un imberbe Travolta, allora diciassettenne, nel ruolo di Doody, il ragazzo che idealizza il capo-clan Danny Zuko (interpretato di lì a poco anche a Londra addirittura da un altro giovanissimo dal fulgido futuro, Richard Gere, ancora sconosciuto). Giacche di pelle, capelli scolpiti dalla 'gelatina' con onde scivolose sulla fronte, andatura a molla, linguaggio che sopprime i tabù, mimica esplicita, pigiama-party, favolose fuoriserie (modello 'transatlantico' americano, per intederci), drive-in, motociclette alla Dean, gare sportive, balli scolastici, patatine e hamburger oleosi sono gli ingredienti di questa gioventù apparentemente 'bruciata', ma positiva alla fine, che cerca disperatamente sostegno nell'amicizia e nei sentimenti veri. Il Danny, che fu di Travolta, è stato reso appieno dall'eccezionale Michele Carfora, e così la dolce e ingenua Sandy (Simona Samarelli), o la 'scafata' ed estrosissima Rizzo (Alice Mistroni) che insieme ai loro amici, bardati in splendidi costumi ideati con gusto ed eleganza da Zaira de Vincentiis, hanno danzato, cantato e recitato con temperamento ed esuberanza da manuale. L'abilità totale del cast, che già da sola merita sconfinati elogi, è stata anche soccorsa dall'acuta supervisione musicale di Silvio Testi e Michele Renzullo (i quali hanno aggiunto provvidamente al canovaccio americano canzoni di Gibb, Farrar, St. Luis, Simon, Bradford e Lewis) e dalla direzione musicale dello spettacolo a cura di Giuseppe Vessicchio, una delle figure più familiari del festival di Sanremo. Il tutto sincronizzato al millesimo di secondo! Scene e accessori rigorosamente in spirito D.O.C.! Due ore e mezza senza alcuna sbavatura e nella massima godibilità. Pubblico 'quattro stagioni' in delirio e, per accontentarlo, il cast ha sfoderato come bis un effettistico 'medley' imbrillantinato. Alla fine ovazioni (ovviamente) da stadio.
Interpreti: Carfora, Samorelli
Regia: Saverio Marconi in coll. con Fabrizio Angelini
Scene: Aldo De Lorenzo
Costumi: Zaira De Vincentiis
Corpo di Ballo: Compagnia della Rancia
Coreografo: Franco Miseria
Direttore: Beppe Vessicchio
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