Bostridge debutta a Cremona

Il tenore per la prima volta al Festival Monteverdi

Ian Bostridge e la Cappella Neapolitana diretta da Florio (Foto Federico Zovadelli)
Ian Bostridge e la Cappella Neapolitana diretta da Florio (Foto Federico Zovadelli)
Recensione
classica
San Marcellino, Cremona
Bostridge al Festival Monteverdi
26 Maggio 2018

Arriva trafelato, in un pomeriggio di calura quasi estiva – completo di lino blu, le parti sotto il braccio… - e al volo si inserisce nelle trame della musica che i musicisti provano seguendo il gesto essenziale ed esperto del maestro.

Lui, star dal fascino intellettuale, figura esile e slanciata, è Ian Bostridge, tenore tra i più acclamati al mondo. Loro, i musicisti, la Cappella Neapolitana guidata da Antonio Florio sempre gradito il suo ritorno a Cremona! - massimo esperto di opera napoletana.

“Tenor, viaggio musicale sulla corda del tenore” è il titolo della produzione firmata dal Teatro Ponchielli per il debutto al Monteverdi Festival del tenore inglese. Arie di uomini ed eroi, ricco mosaico operistico da Monteverdi a Vivaldi, via Napoli con Caresana, Provenzale e Vinci.

Le prove vanno avanti ancora per un po’ così ne approfittiamo per una “lezione” di ascolto. Tra Bostridge e Florio, alla loro prima collaborazione artistica, c’è intesa. Si discute giusto di piccoli dettagli mentre il tenore prova i vari Ulisse, Crudarte, Polemone, Armidoro, Moisé…

La sera il concerto (sabato 26 maggio in San Marcellino) s’apre col recitativo Dormo ancora o son desto?dal Ritorno di Ulisse in Patria.

Ascoltare Bostridge dal vivo è un’esperienza: non è solo bellezza di timbro, anche la straordinaria bravura nel drammatizzare la parola… l’attacco della nota che nasce dal silenzio, gli ardui equilibri sonori nei tempi lenti come in “Gelido in ogni vena” dal Farnace vivaldiano. I virtuosismi di Moisè in “Nuove Straggi e Spaventi” dal Faraone Sommerso di Fago letteralmente sbalordiscono. Tutto si gioca su un giusto stacco di tempo, una risposta dei violini, un basso continuo preciso e uniforme…. Tutto è perfetto, anche la suggestiva cornice barocca di San Marcellino!

Il concerto però dura un’oretta e l’idea di un recital di arie col “da Capo” e sinfonie d’opera soddisfa appena il pubblico. Bostridge regala una struggente “Ombra mai fu”… lunghi applausi... ancora un bis… ma non basta.

È come aver gustato un menu di prelibatezze mignon. Finiscono subito e invece ne vorresti ancora. Ecco… avremmo voluto un concerto più generoso di musica. Magari una messa in scena - why not? – magari con un po’ più di Settecento…

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