Il canto delle culture alla Filarmonica Romana
Venticinque concerti estivi nella sede dell’Accademia

È intitolata “Il canto delle culture” l’edizione 2025 dei “Giardini della Filarmonica Romana”, un vero e proprio festival che si svolge ogni estate nel piccolo parco adiacente alla palazzina del Vignola, dove l’Accademia ha la sua sede, e nella contigua Sala Casella. L’hanno presentata nel corso di una conferenza stampa il presidente Paolo Baratta e il direttore artistico Domenico Turi.
Quest’anno il programma è un viaggio attraverso le musiche colte e popolari, antiche e moderne di quasi venti paesi, una vera geografia musicale del mondo, ed è stato possibile realizzarlo anche grazie alla collaborazione di varie ambasciate, accademie e istituti di cultura stranieri a Roma. Sono venticinque concerti che si svolgeranno con cadenza quotidiana dal 19 giugno al 3 luglio (con due giorni di pausa, il 23 e il 29). Quasi ogni giorno saranno due i concerti, uno alle 20 nella Sala Casella e uno alle 21.30 nei giardini. Si parte dall’Alaska con la Inuksuit di John Luther Adams, che qui come in gran parte della sua musica si è ispirato alla natura: la eseguiranno i quattordici percussionisti del gruppo Blow Up Percussion, cui si aggiungeranno quattro studenti del conservatorio di Latina. Anche il giorno dopo si resta nell’estremo nord e precisamente nell’Islanda di Björk, che il Nema Ensemble accosterà a Bach e a cinque compositori contemporanei italiani. Subito dopo si vola in Giappone, ancora con Blow Up Percussion, per ascoltare musiche dell’antica epoca Taira e di Malika Kishino, una delle più interessanti compositori contemporanee giapponesi. Il giorno dopo alle 20 musica austriaca (Beethoven e Maria Hofer) ma anche tedesca (Bach) con la giovane pianista Mitra Kotte, vincitrice di numerosi concorsi internazionali. E alle 21.30 “Dialoghi mediterranei” con musiche dell’Italia e del vicino Oriente, del Nord Africa e dei Balcani.
Questi primi tre giorni avranno già dato un’idea della varietà, dell’originalità e dell’interesse di questi concerti. Ci si limiterà dunque ad accennare per sommi capi agli appuntamenti dei giorni seguenti, in ordine cronologico. Il 22 è dedicato alla Polonia con musiche di Chopin, Szymanowski e due compositori scomparsi recentemente, Wladyslaw Szpilman e Wojciech Kilar, e all’Italia con musiche di Germano Mazzocchetti, noto autore di musica per il cinema, il teatro e la televisione. Poi il pianoforte in Francia (Rameau, Satie ma anche Rossini) con Luca Ciammarughi e l’Argentina di Piazzolla con la bandoneoista Gabriela Galì. il 25 “Suoni dall’Europa” con la chitarrista Aurora Orsini e “Voci dall’Europa”, con famose arie d’opera eseguite in chiave swing da Chiara Osella. Il 26 è interamente dedicato alla Persia, questa volta in collaborazione non con istituzioni statali ma con musicisti iraniani che vivono all’estero. Il 27 alle 20 ancora l’Italia con “Tre liriche di Pasolini” e altre musiche di Matteo D’Amico eseguite da Chiara Osella e Greta Lobefaro nel giorno del settantesimo compleanno del compositore: auguri! Alle 21.30 musiche tradizionali del Caribe colombiano. Il 28 è dedicato alla “Musica amata” cioè agli amatori o dilettanti (come si preferisce) che hanno dato vita all’Orchestra Classica della Scuola Popolare di Musica di Testaccio e all’Orchestra Arios dell’Associazione Italiana Musicisti Dilettanti. Poi l’Armenia dal Medioevo (San Gregorio di Narek) ai nostri giorni (Elena Mardian) e di nuovo il Giappone con musiche per strumenti tradizionali a percussione.
Luglio si apre con la Germania (Wagner) e l’Inghilterra (un omaggio a Shakespeare con regia di Marco Carniti). Il giorno dopo due concerti multimediali (strumenti acustici, elettronica, “acustimantica”) accostano Italia e Usa. L’ultimo giorno, il 3, è dedicato a musiche tradizionali messicane. Ma in realtà questo non è l’ultimo giorno perché il 10 luglio ci sarà un’appendice dedicata al colombian latin jazz in occasione della festa nazionale colombiana.
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