L'irresistibile "Fille du régiment" firmata Pelly

Successo all'Opéra Bastille di Parigi per Donizetti diretto da Pidò

La fille du régiment
La fille du régiment
Recensione
classica
Opéra Bastille, Parigi
La fille du régiment
17 Ottobre 2024 - 20 Novembre 2024

La fille du régiment firmata Laurent Pelly nasce nel 2007 e da allora ha girato i teatri di tutto il mondo (nell’ottobre 2025 sarà alla Scala) e con il passare degli anni non ha perso nemmeno un briciolo della sua brillantezza ed appare una perfetta macchina teatrale dove ogni minimo particolare è curato, nulla è lasciato al caso e dove le risate si alternano ai momenti larmoyant. Lo ripropone l’Opéra di Parigi alla Bastille tutta esaurita con Evelino Pidò sul podio e Julie Fuchs nel ruolo del maschiaccio Marie. Alla recita di venerdì 1° novembre Julie Fuchs era costipata così c’era lei sulla scena a recitare anche le parti parlate e sul lato sinistro del palcoscenico, dietro un leggio, Jeanne Crousaud a cantare la parte. Superato un effetto straniamento iniziale poi il tutto fila liscio anche perché in un meccanismo così oliato non sarebbe stato possibile affidare la parte di Marie a una cantante arrivata all’ultimo momento. Jeanne Crousaud  affronta il ruolo con sicurezza, non la spaventano i momenti più impervi e nel secondo atto declina un toccante ed emozionante “Par le rang e par l’opulence”, applauditissimo. Sulla scena Julie Fuchs non si risparmia: stira, pela le patate, ritira la biancheria, salta, si butta a terra, irresistibile la trasformazione in ragazza perbene con quell’abituccio bianco che indossa come se avesse ancora i pantaloni e nella cerimonia degli applausi, soffocata dall’abbraccio dei suoi militari, si diverte a indicare la Crousaud come a dire “è lei che dovete applaudire”. Accanto a lei svetta Laurence Brownlee, un Tonio che passa con disinvoltura dai nove  do di “Ah! Mes amis” alla dolcezza di “Pour me rapprocher de Marie”. Ottima la prova del coro: ogni soldato, ogni padre di Marie, è un personaggio che si muove sempre musicalmente a tempo. Irresistibili le due “nobili”: la Marquise de Berkenfield di Susan Graham e la Duchesse de Crakentorp della grande Felicity Lott (è come se le fosse rimasto un imprinting della sua Marescialla del Cavaliere della Rosa!). Buona la prova del Sulpice di Lionel Lhote.

Impossibile raccontare tutti i momenti divertenti della regia di Pelly nelle divertentissime scene di Chantal Thomas, basti dire che nel finale l’arrivo di Tonio su un carro armato è un vero coup de théatre.

Sul podio Evelino Pidò, a partire dalla splendida sinfonia, è attentissimo a equilibrare tutte le anime dell’opera, da quelle scoppiettanti (travolgente il trio "Tous les trois" ) a quelle più intime ("Il faut partir") e l’orchestra risponde splendidamente ad ogni sua indicazione. Molte risate e tanti applausi nel corso dell’opera, trionfo finale: è bellissimo vedere il pubblico sciamare sorridendo verso l’uscita raccontandosi le battute ascoltate.

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