Monnaie, piace “Siegfried” interpretato da Magnus Vigilius

Il Ring continua con la regia di Pierre Audi

Siegfried (foto Monika Rittershaus)
Siegfried (foto Monika Rittershaus)
Recensione
classica
Parigi, La Monnaie
Siegfried
12 Settembre 2024 - 04 Ottobre 2024

Sfida vinta per la Monnaie di Bruxelles, ed in particolare per il suo direttore Peter de Caluwe, che ha dovuto affidare le ultime due parti del Ring, iniziato da Romeo Castellucci, a Pierre Audi a pochi mesi dalla première. Sul perché Castellucci non abbia continuato si è già scritto, così come delle tante perplessità che aveva suscitato la sua visione della Tetralogia, ma anche se dispiace sempre che un nuovo progetto creativo non sia portato a termine, la soluzione alternativa trovata è stata un successo. Anche grazie ad un cast adeguato, con un magnifico Magnus Vigilius nel ruolo di Siegfried, finalmente davvero un giovane eroe nella voce e nell’interpretazione, e grazie a una direzione dell’orchestra da parte del maestro Alain Altinoglu, sempre bravissimo, particolarmente coinvolto, ispirato, attento ai dettagli, bilanciatissimo nel fare esprimere i diversi strumenti e nel mettere in risalto le diverse melodie ed i leitmotive, un’esecuzione raffinatissima, romanticamente trascinante ed entusiasmante.

Siegfried (foto Monika Rittershaus)
Siegfried (foto Monika Rittershaus)

Pierre Audi ha ripreso la sua produzione del Ring diretta con grande successo ad Amsterdam vent’anni fa e l’ha adattata alle dimensioni molto più piccole del palcoscenico della Monnaie, in realtà ha fatto un quasi nuovo allestimento: se i movimenti dei personaggi ricalcano quelli di Amsterdam, il regista francese ha aggiornato le scenografie con Michael Simon e ripensato i costumi, molto belli, con Petra Reinhardt, ed ha aggiunto dei video di bambini che disegnano i loro eroi per aprire e chiudere lo spettacolo. Non c’è stato il tempo per elaborare altre nuove idee e anche se alcune soluzioni sono orami un po’ datate e viste, quel che è proposto è in linea con il libretto ma non didascalico, è essenziale ma con una buona carica allusiva e poetica. Sicuramente il primo tempo è il meno riuscito, con quel muro che fa sembrare ancora più piccola la scena della Monnaie, crea distanza e distacco, poi le opinioni si dividono tra chi preferisce la scena del secondo tempo, dominato dalla grande installazione pieghettata che diventa visualmente protagonista e si anima di colori e luci, e tra chi ha più apprezzato le scene del terzo tempo con il meraviglioso duetto finale tra Sigfrido e Brunilde, molto epurate e geometriche, solo alcuni frammenti di roccia flottanti.

Siegfried (foto Monika Rittershaus)
Siegfried (foto Monika Rittershaus)

Caratterizza poi il tutto la presenza di un fascio luminoso, come quello delle spade laser, ma che diventa anche la lancia spezzata. Nella parte del protagonista ha conquistato il pubblico il tenore danese Magnus Vigilius, al suo debutto alla Monnaie, che si sta facendo un nome importante come interprete wagneriano,  perfetto per il ruolo di Siegfried che incarna con grande intelligenza e sensibilità, eroico in modo moderno, come un’adolescente d’oggi, voce chiara e potente quel che basta, riuscendo a ben rendere la complessità del personaggio sfaccettato tra spavalderia e innocenza, coraggio e paura, desiderio ed amore, nel suo periglioso percorso di passaggio all’età adulta. La maggior parte degli altri cantanti sono gli stessi che hanno già interpretato le prime due parti del Ring di Castellucci: il tenore inglese di grande esperienza Peter Hoare continua ad interpretare il ruolo di Mime, qui nella solita versione con grembiulino in cucina giocattolo e orsetto di peluche per Sigfrido; il basso Wilhelm Schwinghammer da gigante è diventato il drago Fafner; il baritono Scott Hendricks è ancora Alberich; il mezzosoprano Nora Gubisch continua a interpretare Erda, qui in un ruolo piccolo ma che interpreta con intensità;  il baritono-basso Gábor Bretz che già si era fatto apprezzare come Wotan,  ritorna travestito da Der Wanderer, il  viandante, come tutti gli altri, con prestazione più che soddisfacente. Nella parte di  Brünnhilde è tornata pure, infine, il soprano svedese Ingela Brimberg, specialista del ruolo, voce potente e matura che ben si contrappone agli slanci squillanti del giovane Sigfrido. Nel nuovo allestimento, tutti sembrano al posto giusto e le loro caratteristiche appaiono meglio valorizzate dal contesto. Merita una menzione infine il soprano Liv Redpath che da soavemente voce al delizioso uccellino che volteggia intorno a Sigfrido e lo ben consiglia. La saga si concluderà a Bruxelles con il Crepuscolo degli Dei il prossimo febbraio.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.

classica

A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista