L’Antologia di Spoon River secondo Gino Negri
Il 27 e 28 giugno debutta a Milano in forma scenica l’oratorio profano che Negri ha tratto dalla raccolta di Edgar Lee Masters
Debutta a Milano il 27e 28 giugno (ore 21.00) presso il Teatro Sperimentale della Scuola di Scenografia di Brera in prima esecuzione in forma scenica l’oratorio profano che il compositore Gino Negri (1919 – 1991) ha tratto dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.
La celebre raccolta del poeta e scrittore statunitense fu pubblicata nel nostro Paese nella traduzione italiana di Fernanda Pivano dall’editore Giulio Einaudi nel 1943, a guerra era ancora in corso. Prima che diventasse uno dei libri di poesia di maggior successo del dopoguerra, il compositore Gino Negri trasformò e rimontò alcune epigrafi della raccolta in un “oratorio profano” composto subito dopo il 25 aprile 1945 in una Milano che portava ancora i segni della distruzione e dei bombardamenti.
Ora le tre le istituzioni milanesi rappresentate dall’Accademia di Belle arti di Brera, dall’Università Statale e dal Conservatorio “Giuseppe Verdi” si sono unite per realizzare un progetto laboratoriale in cui recupero e rielaborazione dei materiali d’archivio, didattica sperimentale, rigore della ricerca, creatività artistica e impegno civile convergono verso un recupero non conservativo ma bensì vivo e vitale del lavoro di Negri, punto di arrivo e vero e proprio traguardo di un originale percorso didattico e sperimentale.
La drammaturgia dello spettacolo è stata ideata da Emilio Sala con la partecipazione di un gruppo di studenti del corso di musicologia della Statale e in stretta collaborazione con la Scuola di Scenografia dell’Accademia di Brera e del Conservatorio di Milano.
Come annota lo stesso Sala «abbiamo immaginato che Gino Negri, non ancora trentenne, sia stato ispirato – nella composizione della sua opera – dall’osservazione di una collina artificiale che si stava formando in quei mesi a partire dalle macerie della città bombardata, dalla demolizione degli stabili pericolanti i cui detriti venivano appunto trasportati appena fuori Milano e che diventarono il Monte Stella ovvero, per dirla con Lee Masters, “The Hill”. Vale la pena citare ciò che Mila scrisse, a proposito dell’Antologia di Spoon River, nel 1946: Negri “sa impiantare non sopra la musica, ma nella musica stessa uno spettacolo. C’è in lui una specie di immaginoso regista che si accompagna al musicista”».
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