La nuova edizione dell’Amiata Piano Festival

Undici concerti distribuiti in quattro weekend nel Forum Fondazione Bertarelli

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Maurizio Baglini (Foto Davide Cerati)
Maurizio Baglini (Foto Davide Cerati)

Anche nel 2024 l’Amiata Piano Festival - e sarà il diciannovesimo anno - porterà la musica nella splendida zona di boschi e vigneti alle pendici occidentali di quel monte di origine vulcanica che si eleva nel sud della Toscana ai bordi della Maremma, in provincia di Grosseto. Per essere più precisi il luogo in cui si svolgono i concerti è in località Poggi del Sasso nel piccolo comune di Cinigiano, dove è stato realizzato il Forum Fondazione Bertarelli, che s’inserisce armoniosamente in quel paesaggio incontaminato. E anche le dimensioni - più o meno quelle di una sala da concerto ottocentesca - e l’acustica di quell’auditorium sono ideali. Grazie al sostegno della Fondazione Bertarelli questo è l’unico festival totalmente indipendente in Italia e forse in Europa.

Il festival si articolerà in quattro tornate, che si svolgeranno in altrettanti fine settimana di giugno, luglio, agosto e dicembre. Ricchi di idee ed affidati ad interpreti di alto livello sono i programmi preparati dal direttore artistico nonché fondatore del festival Maurizio Baglini, con la preziosa collaborazione della sua compagna d’arte e di vita Silvia Chiesa.

Il primo weekend (29 e 30 giugno) si articola in due concerti. Nel primo, intitolato “Ritmi d’archi e percussioni”, si ascolteranno il violino di Sonig Tchakerian, il violoncello di Silvia Chiesa e il pianoforte di Baglini in musica da camera di Richard Strauss (un settore del suo catalogo da riscoprire) e Respighi; poi con l’aggiunta delle percussioni di Christian Del Bianco e Vittorio Ponti sarà eseguita una trascrizione dell’ultima Sinfonia di Shostakovich, la n. 15. Il secondo giorno si passa a “Tango nostalgia” col bandoneon di Fabio Furia e il piano di Marco Schirru.

Il secondo e il terzo weekend, alla fine di luglio e di agosto, sono il clou del festival. Dal 25 al 29 luglio “classico e romantico” si danno la mano. Nel primo giorno il Concerto n. 5 “Imperatore” di Beethoven è accostato alla Sinfonia n. 41 di Mozart, con Maurizio Baglini al pianoforte e Marco Angius sul podio dell’Orchestra di Padova e del Veneto. Il 26 il programma offre il Concerto per violoncello di Schumann e la Sinfonia n. 101 di Haydn, con Silvia Chiesa e l’Orchestra della Toscana diretta da Niklas Benjamin Hoffmann. Poi un omaggio a Puccini nel centenario della morte, col mezzosoprano Veronica Simeoni e il pianista Simone Soldati, che interpretano ben quindici suoi brani giovanili semisconosciuti. Il 29 è la volta d’un pianista che presenta sempre programmi speciali ovvero Francesco Libetta, definito dal New York Times “principe aristocratico della tastiera”: il suo concerto è intitolato “Lighting Bosso” e va da Bach ad Ezio Bosso, passando per Glass, Chopin e vari altri compositori.

Il weekend dal 29 agosto all’1 settembre inizia con “Sax for pianos”: il sax di Federico Mondelci, i pianoforti di Baglini e Jin Ju presentano un originale programma, che svaria dalla musica latina a Mozart, dall’occidente all’estremo oriente. Il 30 parole e musica si uniscono per narrare la vita e la musica di Louise Farrenc, una compositrice che a metà dell’Ottocento segnò una pietra miliare nell’emancipazione delle donne nella musica. Le musiche sono della stessa Farrenc, il testo di Federico Capitoni. Tutto al femminile il cast: Silvia Chiesa non solo suonerà il violoncello ma sarà anche la voce narrante, affiancata da Mihaela Costea e Linda De Carlo, rispettivamente al violino e al pianoforte. Il concerto del 31 è invece dedicato a Nino Rota, di cui Silvia Chiesa e Maurizio Baglini eseguiranno non le arcinote musiche per i film di Fellini ma quelle non meno ammalianti composte per Eduardo De Filippo, facendo rivivere la lunga amicizia e collaborazione tra il musicista milanese e l’attore e commediografo napoletano. Sarà una serata dal sapore partenopeo, di cui Stefano Valanzuolo curerà la drammaturgia.

Il giorno seguente la sala da concerto si trasforma (con la fantasia) in cucina. Si ascolteranno infatti “Note di gusto, musimenù all’italiana”: sono venti ricette tradizionali, una per ogni regione d’Italia, messe in musica da Roberta Vacca nel dialetto originale di ognuna, dando vita ad una composizione molto animata e teatrale, seppur senza scene e costumi. “Note di gusto” ha già avuto ottime accoglienze non solo in Italia ma anche a New York e Toronto ed è stata pubblicata in cd. Sono infinite le invenzioni con cui queste ricette diventano musica in modo sempre diverso e sempre arguto, vivace e stimolante. A tenere gli ascoltatori allegri e con le orecchie ben sveglie sono le melodie popolari estrosamente rielaborate, i ritmi vivacissimi e l’inesauribile e fantasiosa varietà di timbri che la compositrice trae da tre voci “recitarcantanti” - Laura Catrani, Angela Nisi e Patrizia Polia, ottime cantanti specializzate (anche) nella musica contemporanea - e da un piccolo ensemble strumentale formato da strumenti tradizionali e anche da una batteria da cucina con pentole, mestoli, posate, bicchieri e quant’altro. Il direttore è Alessandro Mazzocchetti.

L’ultimo appuntamento è domenica 7 dicembre per il concerto natalizio. Il duo pianistico Marco Sollini e Salvatore Barbatano, a cui si unisce l’illusionista e voce narrante Antonio Casanova, , eseguiranno musiche di Fauré, Rachmaninov e John Williams, abbinate a giochi di magia e illusionismo.

Sono dunque molte le occasioni offerte anche quest’anno dall’Amiata Piano Festival per ascoltare ottima musica e degustare nell’intervallo dei concerti le eccellenze enogastronomiche del territorio.

 

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