Le dense metamorfosi sonore di Mazurek
Applausi al teatro Bonci di Cesena per il debutto della suite Psycho-Chambers (Prisms #1 #2 #3) della Exploding Star Orchestra
Rob Mazurek, artista molto attivo in questi giorni nel nostro Paese, ha portato domenica sera sul palcoscenico del Teatro Bonci di Cesena la sua Exploding Star Orchestra al completo per proporre in anteprima europea il suo nuovo progetto rappresentato dalla suite Psycho-Chambers (Prisms #1 #2 #3), in un appuntamento organizzato da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale in collaborazione con l’Associazione Area Sismica.
La sala colma ha testimoniato l’interesse di un pubblico attento e partecipe, immerso in un viaggio sonoro che è scivolato via in un ora e mezza abbondante di musica densa e coinvolgente. Un percorso ricco di rimandi, in cui le radici e le fonti di ispirazione che solitamente vengono rievocate per delineare la figura del musicista e videoartista originario del New Jersey – da Gil Evans a Sun Ra, da Pedro Santos a Bill Dixon, dall’Art Ensemble of Chicago fino ad arrivare a Béla Bartók a Morton Feldman – si sono sciolte in una prospettiva inedita e personale, capace di miscelare solari passi sinuosi dai profumi latini a secche sferzate rumoristiche, affilate incursioni free a frammenti di reiterate nenie dal sapore nordico-europeo.
Suggestioni che sono emerse tra i mille rimandi offerti da una materia sonora cangiante e molteplice, restituita con plastica partecipazione a un ensemble strumentale composto dai bravi musicisti di varia estrazione stilistica che Mazuerk ha chiamato da diverse parti nel mondo, segno tangibile della visione potremmo dire “olistica” che caratterizza questo artista: da Chicago Damon Locks (voce, elettroniche), Chad Taylor (batteria) e Mikel Patrick Avery (batteria), da New York Angelica Sanchez (piano), dalla Norvegia Ingebrigt Håker Flaten (contrabbasso, basso elettrico), dall’Italia Pasquale Mirra (vibrafono), da Philadelphia Victor Vieira-Branco (vibrafono), dalla Svizzera Thomas Rohrer (rabeca, sassofoni) e dal Brasile Mauricio Takara (percussioni, elettroniche).
Una compagine strumentale capace di seguire Mazurek come “primus inter pares”, ora assecondando una partecipata iniziativa individuale ora rientrando nei ranghi timbrici di una miscela sonora cangiante, le cui metamorfosi hanno alternato andamenti ritmici incalzanti, passaggi funky e campiture armonico strumentali screziate da incursioni elettroniche e rumoristiche. Un percorso che è culminato nell’oasi centrale, dove il solo della tromba di Mazurek ha attraversato lo spazio con un suono teso e morbido assieme, decantando la tensione espressiva generata dalla rincorsa collettiva appena precedente in una essenziale frase melodica dalla suggestiva luce timbrica.
Pubblico attento e caloroso, appagato alla fine anche da un fuori programma nel quale Mazuerk e la sua Esploding Star Orchestra hanno rievocato un brano come "Parable 3000” dall'album Dimensional Stardust.
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