Il felice debutto di Tjeknavorian
Milano: il nuovo direttore della Sinfonica di Milano
Il primo concerto di Emmanuel Tjeknavorian (16 e 18 febbraio) in veste di Direttore Musicale Designato della Sinfonica di Milano ha provato come il maestro viennese-armeno abbia da subito stabilito una sorprendente intesa con l'organico. Il controllo ben calibrato di ogni sezione ha prodotto colori nitidi e intensi fin dal primo brano in programma, la Faust-Ouverture di Wagner; una composizione non del tutto riuscita che oggi richiama solo parentele con l'ouverture del Tannhäuser o del beethoveniano Coriolano.
Di seguito il tradizionale accostamento del preludio e del Liebestod dal Tristan und Isolde ha confermato quanta duttilità Tjeknavorian riesca a ottenere dall'orchestra milanese; ogni passaggio modellato con estrema cura e di bell'effetto, anche se con una leggera carenza della tensione necessaria. Comunque un'ottima prova di esercizio di stile.
Un brusco e felice cambio di registro è invece arrivato nella seconda parte del concerto, perché il ventottenne direttore ha inferto spigliatezza, gioia di vivere alla suite dal Rosenkavalier di Richard Strauss. Pieni d'orchestra sempre ben definiti, abbandoni sognanti, rutilanti tempi di valzer, si sono succeduti con vitalità, non a caso col sorriso sui volti degli orchestrali.
Così è stato anche per lo Strauss finale, Till Eulenspiegels lustige Streiche, diretto con identica e travolgente destrezza. Insomma la scelta di Tjeknavorian quale responsabile della Sinfonica di Milano si è dimostrata vincente, tanto più che il direttore ha un contratto triennale con un programma di dieci concerti per stagione e la sua costante presenza fa preagire uno scambio virtuoso fra podio e organico.
L'accoglienza del pubblico è stata calorosissima, come avviene sempre nella sala di Largo Mahler, ma con un'insistenza significativa, quasi un augurio di buon lavoro.
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