Le Maschere di Livorno
L’opera mascagnana al Teatro Goldoni
La stagione lirica 2022/2023 della Fondazione Teatro Goldoni prosegue con la messa in scena de Le Maschere, la commedia lirica e giocosa in una parabasi e tre atti di Luigi Illica musicata da Pietro Mascagni, la cui prima rappresentazione assoluta avvenne il 17 gennaio 1901 contemporaneamente in sei città italiane delle sette previste, poiché al San Carlo di Napoli andò in scena due giorni dopo per indisposizione del tenore.
L’allestimento labronico è una nuova produzione e nuovo allestimento della Fondazione Teatro Goldoni Livorno, in collaborazione con Fondazione Carnevale di Viareggio; dell’opera sono previste due recite: 10 e 11 febbraio, ore 20.
A Livorno, per la prima volta, l’opera giunse nell’agosto 1908 al Teatro Goldoni, sotto la direzione dello stesso Mascagni, che tornò a dirigerla nella sua città natale nel dicembre 1931. Altre edizioni, sempre a Livorno, furono nel 1963, 1983 e quella ‘storica’ del centenario (2001) al Teatro La Gran Guardia con la regia di Lindsay Kemp. L’allestimento di Livorno del 2023 è volutamente coincidente con il periodo del carnevale con logico riferimento al titolo mascagnano.
Considerati i precedenti storici, Le Maschere non appartiene ai cosiddetti capolavori mascagnani, per cui la nuova produzione livornese è da considerarsi una ‘nuova sfida’, come la definisce lo stesso Mario Menicagli, direttore d’orchestra e direttore amministrativo della Fondazione Teatro Goldoni. «A poco più di un anno di distanza torno a dirigere Mascagni nel Teatro della mia città, verso cui ho l’onore di rivolgere quotidianamente il mio impegno. Dirigere Mascagni è sempre una sfida ed una scoperta nuova: Le Maschere tornano a quaranta anni esatti dall’ultima edizione al Teatro Goldoni. Mascagni – prosegue Menicagli - non finisce mai di sorprendere. La sua indiscussa capacità nell’essere innovativo, la si evince anche da questa creazione, con caratteristiche assolutamente uniche rispetto alla sua intera produzione, arricchita da perle di assoluta e sorprendente novità, come la dirompente sinfonia o la parabasi che introduce la vicenda».
Per meglio approfondire la caratteristiche salienti dell’opera, si punta anche sulla parte visiva. È ancora lo stesso Menicagli a chiarire i motivi degli incarichi affidati «Ad una coppia di estrosi e creativi registi palermitani, Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi, volti e firme importanti nel panorama lirico dei nostri giorni, è stato dato il compito di tradurre un’azione che porti la narrazione dove lo stesso Mascagni voleva che fosse e cioè con gli interpreti chiamati a mostrare una “somma di attitudini vere”, cioè nella recitazione e verità scenica oltre che nel canto. Sfida accettata e dalla “parabasi” in poi cercheremo, per quanto ci sarà possibile, di far irrompere il Carnevale sul palcoscenico del Goldoni. E lo faremo anche ricorrendo ad alcuni costumi dell’edizione del centenario che il Teatro di Tradizione livornese curò nel 2001 e che furono realizzati dall’indimenticato uomo di spettacolo Lindsay Kemp, che al Teatro La Gran Guardia ne firmò la regia».
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