Nuovi modi di raccontare la musica al Festival dei Due Mondi di Spoleto 2022
La Budapest Festival Orchestra e l’Orchestra di Santa Cecilia in residence
La musica dei due mondi, la voce delle donne e i nuovi modi di raccontare la musica saranno le tre linee programmatiche della sessantacinquesima edizione dello Spoleto Festival dei Due Mondi, che si svolgerà dal 24 giugno al 10 luglio 2022. Lo ha annunciato la direttrice artistica Monique Veaute, nel corso di un incontro con la stampa via zoom, cui hanno partecipato anche il Ministro Dario Franceschini e il Presidente della Fondazione Andrea Sisti, con gli interventi di alcuni degli artisti ospiti della prossima edizione.
Sono stati annunciati soltanto alcuni degli appuntamenti - la metà circa, ha precisato la Veaute - mentre il resto del programma verrà comunicato prossimamente sul sito.
Torneranno le due orchestre che già erano in residenza al festival anche lo scorso anno. La Budapest Festival Orchestra sarà in Piazza Duomo il 24 giugno per il concerto inaugurale. Diretta dal suo fondatore Iván Fischer, presenterà un programma che accosta Bach a Philip Glass, di cui si ascolterà in prima italiana il grande oratorio The Passion of Ramakrishna. Inoltre dal 24 al 26 l’orchestra ungherese si esibirà in varie formazioni cameristiche al Teatro Caio Melisso. L’Orchestradell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sarà in Piazza Duomo il 2 luglio, con un concerto di cui Barbara Hannigan sarà protagonista nel suo duplice ruolo di cantante e direttrice d’orchestra: in programma il monodramma di Francis Poulenc La voix humanine e Metamorphosen di Richard Strauss. L’orchestra romana e la Hannigan (questa volta solo in veste di soprano) torneranno in Piazza Duomo il 10 per il concerto di chiusura, che vedrà Antonio Pappano sul podio per un programma tutto a stelle e strisce: la Sinfonia n. 3 di Copland e Knoxville, Summer of 1915 per voce e orchestra di Samuel Barber, compositore legato da un profondo sodalizio di amicizia con Menotti, il fondatore del festival. Ma prima, il 3 luglio, la Hannigan sarà protagonista anche di un concerto al Teatro Romano: accompagnata dal pianista Stephen Gosling canterà il ciclo Jumalattaret di John Zorn, confermandosi artista molto attenta al repertorio contemporaneo.
Un’altra grande cantante ospite del festival, è la portoghese Mariza, che con la sua passione e la sua voce carica di vibrazioni porterà il fado in Piazza Duomo, il 30 giugno, celebrando l’orgoglio e la malinconia di un genere musicale che è patrimonio intangibile dell’umanità e festeggiando allo stesso tempo i suoi vent’anni di carriera con un concerto veramente speciale.
Da sempre la Veaute lavora per superare gli antichi confini tra opera, concerto, danza e prosa e rivolge la sua attenzione al mondo delle performimg arts. Dunque anche in questo festival presenta nuovi modi di raccontare la musica, al di là degli steccati. La famosa coreografa belga Anne Teresa De Keersmaeker porterà dal 7 al 9 luglio al Teatro Romano il suo nuovo spettacolo Mystery Sonatas / for Rosa, che si addentra nella ricchezza mistica e geometrica delle Sonate del Rosario del compositore barocco tedesco Heinrich Ignaz Franz von Biber, un grande predecessore di Bach. Lo spettacolo Le Crocodile trompeur (24–26 giugno in San Simone) dei registi Jeanne Candel e Samuel Achache è tratto dall’opera Dido and Aeneas, capolavoro di Henry Purcell, e intreccia il teatro shakespeariano col dramma musicale; gli attori sono anche ottimi cantanti e musicisti di cultura jazz, e passano continuamente da un genere all’altro. Con la stessa attenzione per la musica, Jeanne Candel, con Caroline Darchen e Lionel Dra e la compagnia La vie brève, firma lo spettacolo Demi-Véronique (30 giugno–3 luglio all’Auditorium della Stella): è un’epopea musicale a partire dalla Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler, attratta dalla umanità sconfinata e dalla amara ironia che la pervadono.
Il 24–27 giugno al Teatro Romano la coreografa Germaine Acogny presenterà la sua reinterpretazione di The Rite of Spring: concepita nel 1975 per il Tanztheater Wuppertal, è un’opera cardine dell’estetica di Pina Bausch ed è stata rivoluzionaria anche per la dura invettiva sulla condizione della donna nella società. Ricordiamo che la Accogny, fondatrice dell’École des Sables, ha vinto il Leone d’oro per la danza alla Biennale di Venezia del 2021 ed è considerata la “madre della danza africana contemporanea”.
La ginnasta, ballerina, coreografa e regista spagnola Blanca Li incarna come poche l'incontro di esperienze artistiche diverse e la capacità d’indirizzare il cambiamento, come dimostra la sua ultima creazione, in cui coesistono l’universo reale e quello virtuale: è Le Bal de Paris (24 giugno–10 luglio, Sala XVII Settembre del Teatro Nuovo), uno spettacolo immersivo nella realtà aumentata, la cui anticipazione alla 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha vinto il Leone d'Oro nella sezione “Venice VR Expanded”. È un’esperienza di trentacinque vertiginosi minuti, che conduce lo spettatore a vivere fisicamente e virtualmente la storia ideata dalla stessa coreografa.
A cinque anni dalla scomparsa, il Festival dei Due Mondi rende omaggio alla coreografa newyorkese Trisha Brown, icona della post-modern dance e capofila di una generazione di artisti che ha dato un grande impulso ai sommovimenti in grado di cambiare il corso della danza nel Novecento. La Trisha Brown Dance Company riporterà in scena Astral Converted e Working Title(1–2 luglio al Teatro Romano) e gli abbacinanti Early Works (3 luglio, Palazzo Collicola).
Nel cartellone della prosa spiccano gli spettacoli di Thomas Ostermeier, Leonardo Lidi e Davide Enia.
Da martedì 11 gennaio è possibile prenotare gli spettacoli annunciati sul sito www.festivaldispoleto.com o tramite il Call Center al numero +39 0743 222 889.
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Il concerto sarà trasmesso domenica 22 dicembre in diretta su Rai 1 dopo l’Angelus da San Pietro