Ritorna il Rome Chamber Musica Festival

Il 21 novembre, dopo un anno di silenzio, riprende la manifestazione fondata e diretta dal grande violinista americano Robert McDuffie, con una tappa anche a Firenze

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Robert McDuffie (foto di Elena Mancini)
Robert McDuffie (foto di Elena Mancini)

Fondato nel 2003 da Robert McDuffie, rimasto folgorato dalla dolce vita e dalla grande bellezza e innamoratissimo di Roma, il Rome Chamber Music Festival festeggia nel 2021 il suo diciottesimo compleanno, dopo un anno di silenzio dovuto alla pandemia. Il festival è romano perché si svolge a Roma, internazionale perché i musicisti vengono da tutte le parti del mondo e americano perché soprattutto americani sono gli sponsor. In programma accosta senza inibizioni Beethoven a Frank Zappa, perché questo festival non ha mai inteso la musica da camera come qualcosa riservato soltanto a raffinati intenditori, ma ha sempre mescolato i generi, senza snobismi, con spirito tipicamente americano. Uno spirito che McDuffie stesso sintetizza come meglio non si potrebbe: “abbattere l’idea che la musica classica sia un oggetto d’antiquariato”.

Tra i musicisti coinvolti c’è ovviamente lo stesso direttore artistico, violinista di fama internazionale, che ha il privilegio di suonare un Guarnieri de Gesù del 1735. Con lui dieci maestri di chiara fama, che, oltre a suonare personalmente, saranno i coach dei più giovani: tra loro citiamo a titolo di esempio Andrea Lucchesini, Elena Matteucci, Lawrence Dutton, Guglielmo Pellarin e Luca Sanzò. Fianco a fianco con questi illustri maestri suoneranno trenta giovani talenti selezionati tra le domande provenienti da ogni parte del mondo.

Dopo aver girato per oratori rinascimentali e saloni di palazzi barocchi, quest’anno il festival approda all’Auditorium di via della Conciliazione, sede per mezzo secolo dei concerti dell’Accademia di Santa Cecilia. E per la prima volta il festival lascia Roma per una sera e si trasferisce a Firenze, dove il 22 novembre verrà replicato nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio il concerto a inviti eseguito la sera prima a Roma. In programma il Quartetto per archi op. 59 n. 3 “Rasumovsky” di Beethoven e il Concerto per violino, pianoforte e quartetto d’archi di Chausson, con McDuffie come solista.

Si torna a Roma il 23 (tutti i concerti romani inizieranno alle 19.45) per un concerto interamente dedicato a Beethoven; in programma la storica trascrizione cameristica di Hummel della Sinfonia n. 1 e il Settimino op. 20, a cui parteciperanno tra gli altri Mc Duffie al violino, Lawrence Dutton alla viola, Guglielmo Pellarin al corno ed Elena Matteucci al pianoforte. Michael Barrett, prestigioso direttore d’orchestra, sarà al pianoforte il 24 novembre per le Arie e Barcarole per mezzo soprano, baritono e pianoforte a 4 mani di Leonard Bernstein, a cui seguirà il Quintetto per chitarra e archi op. 143 di Mario Castelnuovo-Tedesco: solisti i cantanti Mary Rice e Thomas West e la chitarrista Renata Arlotti.

Gran finale il 25 novembre. Apre il concerto Beethoven con il Concerto n. 4, in un’antica trascrizione per pianoforte e archi ricostruita da Hans-Werner Küthen dal manoscritto inedito. Al pianoforte Andrea Lucchesini, uno dei coach di questa edizione del festival. Il programma si arricchisce con l’omaggio a Frank Zappa di cui la contrabbassista Valentina Scheldhofen Ciardelli, profonda conoscitrice del geniale compositore americano, ha trascritto cinque brani per quintetto d’archi.

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