Successo per Filidei alla Scala
Per Milano Musica con l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
MilanoMusica festeggia i trent'anni d'attività sotto l'emblema "D'un comune sentire". Cornice del concerto inaugurale alla Scala con l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Tito Ceccherini è stato il canto degli uccelli. In apertura Le sourire di Oliveir Messiaen, dedicato al sorriso di Mozart, dove brani sospesi affidati agli archi si alternano a un cicaleccio ispirato a un uccello sudafricano, rappresentato dalle percussioni e dai legni; in chiusura Le chant du rossignol di Igor Stravinskij, eseguito con più attenzione alla struttura compositiva che al canto, pur presente in partitura.
Piatto forte della serata il concerto per pianoforte di Francesco Filidei, solista uno scatenato Maurizio Baglini, già ascoltato in streaming dall' Auditorium Rai di Torino, ma che dal vivo ha incantato il pubblico e, cosa inusuale per la musica contemporanea, lo ha divertito.
Perché Tre Quadri, questo il titolo, è affascinante anche da vedere "in azione", con un grande apparato di percussioni, compresi due archi australiani dialoganti (dei marchingegni rotanti che mandano sibili di vento) e due tubi armonici rosso fuoco. I tre tempi del concerto sono molto diversi, "Novembre" densissimo e lussureggiante con molte citazioni di composizioni pregresse, poi "Berceuse" orchestrazione di un omonimo brano di Filidei per pianoforte, più distesa e cantabile nonostante la ferrea imbrigliatura seriale, e infine "Quasi una bagatella" che ha strappato più di una risata in sala.
Perché si tratta di uno sberleffo all'Imperatore di Beethoven, con un identico attacco mentre il solista atteso alla prova si esibisce solo con un dito su un'unica nota prima che in orchestra si scateni un finimondo di distorsioni e stonature. La presa in giro non risparmia nemmeno le star della tastiera. Non c'è stato da stupirsi se alla fine il compositore comparso sul palco è stato subissato dagli applausi.
Applausi anche in memoria di Franco Donatoni, di cui Ceccherini ha agitato la partitura dopo l'esecuzione di In cauda III, che conclude la serie omonima con un sapiente palleggio fra blocchi sonori e complesse combinazioni. Forse, di tutte le composizioni in programma, la più datata.
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