Il Maggio secondo Pereira

Firenze: presentato il nuovo cartellone

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Alexander Pereira
Alexander Pereira

“Non lasciateci soli”, chiede il sovrintendente Alexander Pereira al pubblico del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, e presenta on line undici mesi di programmazione da fine agosto 2020 a fine luglio 2021, con una copiosa offerta sinfonica e sedici produzioni operistiche di cui dodici nuovi allestimenti fra stagione e edizione 2021 del festival del Maggio, che si aprirà il 24 aprile con Adriana Lecouvreur che vedrà il debutto di Maria Josè Siri in questo ruolo, regìa di Jurgen Flimm.  Come si ricorderà, il blocco da Covid aveva colto il teatro fiorentino in un momento delicato di passaggio dopo la defenestrazione di Cristiano Chiarot, le conseguenti dimissioni del direttore musicale Fabio Luisi e l’arrivo del nuovo sovrintendente Alexander Pereira. La figura che ha assicurato e assicurerà una qualche continuità nel rapporto con il pubblico non poteva che essere il direttore onorario Zubin Mehta che ha appena chiuso, con l’ultimo concerto del 7 luglio, un ciclo di appuntamenti che si sono svolti in regime di distanziamento, ciclo che nonostante le belle esecuzioni, per molti motivi, non ultimo il prezzo del biglietto  (100 euro), non sembra aver dato quello sprint per la ripartenza che Pereira sperava. Ma ora come ora, nell’immediato, Mehta resta la carta da giocare, forse l’unica, quella che darà alla dirigenza del teatro un po’ di respiro per la scelta del nuovo direttore musicale, e infatti è lui che il 30 e 31 agosto propone in piazza Signoria il Requiem di Verdi, e resta la bacchetta-spina dorsale dei prossimi mesi, per le opere con Otello (dal 27 novembre, regìa di Valerio Binasco, Fabio Sartori, Marina Rebeka e Ludovic Tezier nei tre ruoli principali), Così fan tutte (dal 28 marzo, regìa di Sven Erich Bechtolf, segnaliamo nel cast l’elegante veterano Thomas Hampson come Don Alfonso),  Forza del destino (al festival, dal 4 giugno, e qui l’elemento di interesse è costituito dalla regìa di Carlos Padrissa della Fura dels Baus che a Firenze ha firmato con Mehta uno storico Ring),  nonché, tra stagione e festival, molti concerti con programmi incardinati sul completamento del ciclo sinfonico schubertiano, e su quelli beethoveniano e brahmsiano, arricchiti dalle consuete escursioni di Mehta nella seconda scuola viennese e Novecento storico e, nel concerto del 5 dicembre, dalla prima esecuzione assoluta di una commissione “in tempo di Covid” ossia Prometeo, o il tacere per coro e orchestra di Salvatore Sciarrino. C’è anche l’altro grande direttore delle memorie fiorentine, Riccardo Muti, che sarà presente nel festival sul podio dei Wiener (10 maggio) e con Don Giovanni(dal 21 luglio, regìa di Chiara Muti, protagonista Luca Micheletti).

Nel complesso si tratta di un cartellone cospicuo, il cui filo conduttore prevalente ci sembra la ricchezza di grandi nomi e illustri ritorni, una parata di stelle alcune delle quali forse un po’ appannate ma comunque stelle, ciò da cui, soprattutto, sembra che Pereira affidi il rilancio del teatro, con l’intenzione di pescare in un bacino di pubblico turistico-internazionale, la stessa intenzione, cioè, dichiarata da tutti i sovrintendenti di questo teatro, nonché caldeggiata da tutti i sindaci di Firenze, da vent’anni e passa a questa parte. Finora invano, e riuscirà a Pereira ? Chissà… Parliamo infatti di Edita Gruberova in recital il 3 ottobre, Placido Domingo protagonista di Nabucco sempre a ottobre (con Maria Josè Siri che debutta come Abigaille, la messiscena di Moscato già vista a Firenze, Paolo Carignani sul podio),  il ritorno di James Levine, per la prima volta sul podio di un’orchestra italiana, che dirigerà a metà gennaio un tris di concerti con La Damnation de Faustdi Berlioz, il Requiem Tedesco di Brahms e le ultime sinfonie di Mozart, Leo Nucci di nuovo nei panni di Rigoletto (dal 21 febbraio, nuovo allestimento, sul podio Riccardo Frizza, regìa di Davide Livermore),  Anna Netrebko per un concerto verdiano il 27 giugno, Maurizio Pollini a settembre in coproduzione con gli Amici della Musica. Le opere che si danno per la prima volta a Firenze  sono parecchie, dal Rinaldo di Haendel firmato sul podio da Federico Maria Sardelli, rinviato causa Covid e ora proposto come apertura di stagione lirica a settembre, alla donizettiana  Linda di Chamonix con Jessica Pratt (dal 23 dicembre),  a Jeanne Dark di Fabio Vacchi, su libretto di Stefano Jacini, che era la commissione programmata per il festival del Maggio 2020 e ora va su dal 20 maggio 2021 al Teatro Goldoni, a Siberia di Giordano al festival (dal 7 luglio, Gianandrea Noseda sul podio, regìa di Roberto Andò, Sonja Yoncheva protagonista). Quanto al repertorio, accanto alla ripresa della bella Rondine del 2017 a settembre e all’intramontabile Barbiere secondo l’allora giovane Damiano Michieletto, visto più volte ma sempre molto gradevole, a ottobre, c’è a novembre una Butterfly con Vittoria Yeo protagonista e la regìa di Chiara Muti. Sul versante dell’opera antica, segnaliamo senz’altro, al festival, il monteverdiano  Ritorno di Ulisse in patria affidato a Ottavio Dantone e con la regìa di Robert Carsen, nuovo allestimento, dal 28 giugno, con Delphine Galou nel ruolo di Penelope.  Anche sul versante sinfonico il cartellone è ricco, da Daniele Gatti che apre il cartellone sinfonico a settembre e i concerti del Maggio, a Chung, Conlon, Inbal, von Donhaniy, Honeck e altre illustri bacchette. Da ricordare inoltre il Maggio dei Ragazzi con un copioso cartellone di versioni “rivedute e corrette” ad hoc di opere particolarmente famose affidate alla compagnia Venti Lucenti, e la  prosecuzione della collaborazione con il Nuovo Balletto di Toscana con una produzione al Teatro Goldoni dal 30 dicembre.

 

 

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