Omaggio a Farulli

Un progetto lungo un anno per ricordare i 100 anni dalla nascita

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Gianni Letta e Adriana Verchiani
Gianni Letta e Adriana Verchiani

Un anno intero  per ricordare Piero Farulli con più di cento concerti, registrazioni, concorsi, convegni, attribuzione di borse di studio, masterclass, momenti di riflessione e ricordo: è questo il senso di “Farulli 100”, il progetto promosso da Adriana Verchiani,  vedova e pluridecennale collaboratrice del grande violista del Quartetto Italiano e fondatore della Scuola di Musica di Fiesole, nato a Firenze il 13 gennaio del 1920 e morto a Fiesole il 2 settembre 2012. Un progetto già partito con la dedica a Farulli dell’oramai tradizionale concerto fiorentino di Capodanno della Scuola di musica di Fiesole (il primo fu nel lontano 1982) diretto anche quest’anno da uno che a Fiesole davvero c’è cresciuto, il violista allievo di Farulli, camerista e direttore  Edoardo Rosadini, e continuato il 13 gennaio in Palazzo Vecchio con una commossa rievocazione a più voci di vecchi amici e collaboratori presieduta dal sindaco di Firenze Dario Nardella. Tutto questo sul piano istituzionale si appoggia ad un comitato nazionale presieduto da Gianni Letta, insediatosi con decreto ministeriale nello scorso dicembre, e che  vede la partecipazione delle più importanti istituzioni musicali e accademiche del paese: Accademia Musicale Chigiana, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Associazione Amici della Musica di Firenze, Associazione le Dimore del Quartetto, Associazione Piero Farulli ONLUS, Comune di Fiesole, Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, Fondazione Orchestra Regionale Toscana, Fondazione Scuola di Musica di Fiesole, Fondazione CR Firenze, Società del Quartetto di Milano, LENS Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non Lineare, Scuola Normale Superiore e Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. 

Al centro del progetto, la lezione e l’utopia di Farulli, il “restituire la musica”, quel dono che aveva fatto di un ragazzino di modesta estrazione uno dei protagonisti della scena musicale mondiale, e che per lui, comunista da sempre e impenitente, era più che metafora, era espressione concreta di una società più giusta e armoniosa, basata sul dialogo e sulla solidarietà. Una restituzione che deve avvenire fin dalla tenera età del cittadino, favorendo da subito quell’esercizio musicale capillare, solistico ma più ancora collettivo, da attuarsi fin dai primi anni di vita come forma di elevazione dello spirito, ma anche e forse soprattutto come ammaestramento allo stare insieme. Utopia che poi, negli ultimi anni e dopo la morte di Farulli,  dal bel colle fiesolano di villa La Torraccia, sede della Scuola di Musica di Fiesole, è scesa, grazie al contributo e supporto essenziale di Fiesole, nella periferia multietnica, con le orchestre di bambini di Brozzi e Peretola. Ma al tempo stesso ha mirato a mantenere aperte le speranze dei giovani musicisti di talento con iniziative – sempre sul filo del rasoio per la cronica carenza o dubbia distribuzione dei mezzi destinati alla formazione  in Italia – come l’Orchestra Giovanile Italiana, l’Accademia del Quartetto,  Le dimore del Quartetto. 

Una missione sempre più difficile nell’Italia e nell’Europa di oggi. Quelli che, come chi scrive, ricordano negli anni Ottanta e Novanta i vibranti e polemici interventi telefonici di Piero Farulli in difesa della musica, durante lo spazio destinato agli  ascoltatori nella rassegna stampa mattutina di Radio Tre, hanno ben motivo di chiedersi cosa penserebbe Farulli di quest’Europa populista che sembra aver dimenticato la cultura e i valori sociali o addirittura li condanna come espressioni radical-chic. Ma per fortuna Farulli ha seminato tanto. Basta dare una scorsa alle locandine disseminate sulle pareti della Torraccia per capire che qui sono passati tutti, dai grandi direttori e interpreti alla miriade di allievi (suoi o dei grandi didatti fiesolani) e collaboratori che ne hanno disseminato in vari modi la lezione. E infatti c’è un comitato d’onore più che illustre (Roberto Abbado, Salvatore Accardo, Lorenza Borrani, Quartetto di Cremona, Trio di Parma, Riccardo Muti, Maurizio Pollini, Renato Zanettovich, per fare solo qualche nome) e un più che cospicuo calendario di concerti distribuito in tutta Italia e non solo (Acri, Aosta, Arezzo, Bari, Bogotà, Borgo San Lorenzo, Budrio, Cagliari, Cesena, Cinigiano, Cremona, Fiesole, Firenze, Foligno, Forio d’Ischia, Forlì, Formigine, Ginevra, Gorizia, Gravedona, Gravina di Puglia, Lampedusa, L’Aquila, La Spezia, Livorno, Londra, Lucca, Madrid, Mantova, Matera, Milano, Nizza, Padova, Parma, Pisa, Pistoia, Potenza, Riccione, Roma, San Polo d’Enza, San Vito al Tagliamento, Siena, Terni, Torino, Trieste, Venezia, Zurigo) consultabile sul sito www.farulli100.org. Dire Farulli significa dire soprattutto due cose: quartetto e ragazzi che fanno musica. Infatti una delle iniziative più rilevanti e più innovative è il Concorso internazionale per quartetti d’archi junior dai 14 ai 22 anni di cui è già aperto il bando per l’iscrizione (con scadenza 30 giugno), che si terrà il 23 e 24 ottobre alla Scuola Musica di Fiesole (esecuzioni aperte al pubblico) e il 25 con il concerto finale del complesso vincitore al Teatro Niccolini in collaborazione con Amici della Musica e Fondazione Meyer (informazioni info@farulli100.com; invio video via wetransfer, concorso@farulli100.com). La giuria sarà presieduta da Bruno Giuranna. Per parlare del ruolo chiave della pratica musicale nella formazione della persona e del cittadino, altro tema chiave farulliano, è previsto un convegno internazionale che si terrà nei giorni 2, 3 e 4 dicembre 2020 presso l’Auditorium Sinopoli della Scuola di Musica di Fiesole. È prevista anche la pubblicazione di un libro,  Studi  su  Piero,   a cura di Maurizio Agamennone.

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