La Leprara in vendita
Se non si trovano finanziatori, la villa appartenuta a Hans-Werner Henze a Marino sarà venduta entro la fine dell’anno, distruggendo così il suo sogno di farne una residenza per giovani compositori
Il compositore Hans Werner Henze scelse di viverci dal 1961 e ci rimase fino alla morte nel 2012. A Villa La Leprara a Marino, alle porte di Roma, Henze compose la gran parte dei suoi lavori e, dopo la sua morte, sognava di trasformarla in una residenza aperta a giovani compositori e in un luogo di dibattito artistico. Quel sogno però rischia di non realizzarsi mai, se entro la fine dell’anno non si troverà un finanziatore. La Fondazione Hans Werner Henze con sede a Monaco di Baviera, creata dallo stesso compositore nel 2007 e, dopo la sua scomparsa, erede principale e amministratore della sue proprietà, ha infatti deciso di mettere sul mercato Villa La Leprara.
Secondo la volontà del compositore, la Fondazione ha fra i propri obiettivi quello di sostenere e promuovere giovani compositori e diffondere la produzione musicale di Henze. Finora però tali obiettivi sono stati perseguiti in misura limitata, perché molti dei fondi a disposizione della Fondazione sono impiegati per il mantenimento dei circa 510 metri quadrati della Villa e del giardino sul quale sorge l’edificio. In mancanza di soggetti pubblici o privati che si facciano carico delle spese, l’amministratore della Fondazione, Michael Kerstan, ha preso la difficile decisione di mettere in vendita La Leprara entro la fine dell’anno.
Finora la politica tedesca si è dimostrata sorda alle richieste della Fondazione Henze, nonostante non siano pochi gli esempi di mecenatismo pubblico da parte del governo federale o di altre istituzioni pubbliche tedesche. Un esempio fra tutti: L’Accademia Tedesca di Villa Massimo a Roma, fondata dal finanziere Eduard Arnhold e, dopo la donazione allo Stato prussiano nel 1913, tuttora di proprietà del governo tedesco, che garantisce ogni anno uno stipendio a una decina giovani artisti impegnati in varie discipline.
Mentre la scadenza si avvicina, sono molte le voci che sollecitano una risposta da parte delle autorità pubbliche in Germania. Una molto decisa è quella del giornalista Marco Frei della Neue Zürcher Zeitung, che in un articolo apparso lo scorso luglio nel quotidiano svizzero indicava concretamente dei possibili modelli per salvaguardare il lascito artistico del compositore, come ad esempio la maggiore integrazione fra due creature henziane come la Münchner Biennale e il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. E naturalmente sottolineava la gravità della possibile perdita di un “monumento culturale di prim’ordine” per il mondo musicale e per un sedicente “paese della cultura” come la Germania ama spesso definirsi.
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