La frittata di Cecilia
La Bartoli cancella la sua Cleopatra prevista in ottobre alla Scala per solidarietà con il quasi ex-sovrintendente Pereira ma i fan le si rivoltano contro
Fra Cecilia Bartoli e il Teatro alla Scala i rapporti non sono mai stati semplici. Burrascoso fu il suo ritorno nella Sala del Piermarini nel 2012 per le vivaci contestazioni di una parte del pubblico presente. Il Giulio Cesare in Egitto di Händel annunciato per il prossimo mese di ottobre poteva e doveva essere l’occasione del riscatto. Come già nel suo primo anno al Festival di Pentecoste di Salisburgo, la Bartoli avrebbe interpretato il ruolo di Cleopatra e forse si sarebbe ripetuto lo stesso successo. Invece a complicare le cose, c’è stata la decisione del Consiglio di Indirizzo del Teatro di non rinnovare il contratto da sovrintendente a Alexander Pereira oltre il 2020. Legata da antica amicizia con Pereira, la Bartoli sarebbe rimasta scioccata dalla decisione e, viste le circostanze, avrebbe considerato inopportuna la collaborazione con il Teatro alla Scala con conseguente comunicazione ai responsabili del teatro, ossia allo stesso Pereira.
Il nome della Bartoli, tuttavia, figurava ancora nel sito del Teatro alla Scala al momento dell’apertura delle vendite online venerdì 21 giugno alle 9. Con un tempismo non proprio impeccabile, la Bartoli annunciava attraverso un post pubblicato in Facebook il 21 giugno alle 19:36 la Bartoli notificava ai fan la sua decisione, scatenando una tempesta di critiche da parte di numerosissimi fan. Per tentare di “metterci una pezza”, il 23 giugno nella pagina Facebook della Bartoli compare un “Chiarimento” nel quale la cantante scarica tutte le responsabilità della mancata comunicazione ai responsabili del teatro. Dal canto loro i responsabili, Pereira in testa, tacciono. Intanto però anche alla Scala si corre ai ripari: accanto al ruolo di Cleopatra il nome della diva è stato sostituito con un “da definire”. Resta da vedere se anche il resto del cast previsto per quest’attesa produzione scaligera vorrà esprimere solidarietà a Pereira secondo modalità simili. Oppure se Bejun Mehta, Philippe Jaroussky, Christophe Dumaux, Sara Mingardo, Christian Senn, Renato Dolcini e Luigi Schifano decideranno di confermare il loro impegno, così come il direttore Giovanni Antonini e il regista Robert Carsen. E soprattutto se il Teatro La Scala deciderà di assumersi piena responsabilità di quanto accaduto e, come sarebbe buona pratica, di agire in maniera conseguente con il proprio pubblico.
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