Gli International Opera Awards 2019
Fra i premiati anche Fin de partie di György Kurtág commissionata dal Teatro alla Scala e l’Opera Nazionale Olandese di Amsterdam
Consegnati nel corso di una cerimonia tenuta al Sadler’s Wells di Londra gli International Oper Awards, promossi dalla rivista inglese Opera e giunti quest’anno alla settima edizione.
L’Opera delle Fiandre ottiene il premio come miglior teatro lirico, mentre il Festival Janáček di Brno quello del miglior festival. Ancora Janáček per il miglior spettacolo: premiato Da una casa di morti con la regia del polacco Krzysztof Warlikowski coprodotto dal Théâtre de la Monnaie di Bruxelles e dalla Royal Opera House di Londra. Fra le riscoperte della stagione vince l’Artaserse di Georg Friedrich Hasse presentato dall’australiana Pinchgut Opera, che ha la meglio sulla Isabeau di Mascagni dall’Opera Holland Park, sulla Beatrice Cenci di Goldschmidt del Festival di Bregenz e L’ange de Nisida di Donizetti di Opera Rara. Come migliore novità si è imposta Fin de partie di György Kurtág commissionata dal Teatro alla Scala, che l’ha presentata in prima mondiale lo scorso novembre, e dall’Opera Nazionale Olandese di Amsterdam. L’opera di Kurtág si è imposta, fra gli altri, su concorrenti come George Benjamin e la sua Lessons in Love and Violence andata in scena in prima mondiale a Londra e GerMANIAdi Alexander Raskatov vista all’Opéra de Lyon.
Nelle categorie professionali non ce la fa Michele Mariotti nella categoria direttori d’orchestra, surclassato da Marc Albrecht, attuale direttore musicale dell’Opera Nazionale Olandese, che la spunta anche su Myung Whun Chung e sui barocchisti doc Diego Fasolis e René Jacobs. Premiato anche il direttore e cembalista russo Maxim Emelyanychev nella categoria “newcomer”. L’Orchestra della Royal Opera House di Londrae il Coro del Teatro Bolshoi di Moscavincono nelle categorie dei migliori ensemble musicali (il Coro del Teatro alla Scala era fra i nominees). Migliori cantanti il tenore americano Charles Castronovoe il soprano lituano Asmik Grigorian, specialmente per la sua impressionante performance nella Salome del Festival di Salisburgo. Ancora cantanti per il premio del pubblico che va al soprano bulgara Sonya Yonchevae al mezzosoprano Marina Viotti il riconoscimento per i giovani interpreti.
Nelle altre categorie, la britannica Katie Mitchell ottiene il premio come migliore regista e la tedesca Rebecca Ringst come migliore scenografa sbaragliando, fra gli altri, l’italiano Paolo Fantin. Fra gli altri premiati, Waldemar Dabrowski per la sua leadership all’Opera Nazionale Polacca di Varsavia, il sudafricano Umculo Cape Festival per le attività educative e la svizzera Fondation Bru per le attività filantropiche (fra varie attività, anche il finanziamento al veneziano Palazzetto Bru-Zane). Infine, il soprano americano Leontyne Price si aggiudica il premio alla carriera.
Per l’audivisivo, premiata la registrazione integrale della Semiramide di Rossini edita da Opera Rara e Stéphane Degout per l’interpretazione del sulfureo recital Enfers con l’ensemble Pygmalion diretto da Raphaël Pichon edito da Harmonia Mundi.
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