Il primo festival di Audi
Presentato a Aix-en-Provence il programma dell’edizione 2019, la prima diretta da Pierre Audi
Si volta pagina al Festival di Aix-en-Provence. Dopo 12 anni si conclude l’era del belga Bernard Foccroulle alla direzione generale e inizia quella del franco-libanese Pierre Audi, a lungo alla guida della Nederlandse Opera di Amsterdam, che ha presentato il programma del festival 2019 proprio quando si apre l’edizione annuale nella cittadina provenzale. Generoso di elogi con lo staff che eredita (“una squadra formidabile e di rodata tradizione”) e con il predecessore, Audi si dichiara “servitore” dell’istituzione e annuncia l’intenzione di non firmare la regia degli spettacoli nel suo festival, salvo se si tratta di dare una mano al repertorio contemporaneo.
Quanto all’edizione 2019, che si inaugurerà il 3 luglio, Audi ha scelto solo titoli finora mai rappresentati a Aix-en-Provence marcatamente orientati verso la modernità. Si aprirà nella scena all’aperto del Théâtre de l’Archevêché nel segno di Mozart con un insolito allestimento del Requiem affidato a Romeo Castellucci che intende farne una “celebrazione della vita”. La realizzazione musicale vedrà impegnato l’Ensemble Pygmalion diretto da Raphaël Pichon. Ancora all ’Archevêché si vedrà Tosca con la regia di Christophe Honoré e la direzione musicale di Daniele Rustioni, che tornano a lavorare insieme dopo il recente Don Carlos all’Opéra de Lyon. Esa Pekka-Salonen salirà sul podio per L’ascesa e caduta della città di Mahagonny di Kurt Weill presentata in un nuovo allestimento firmato da Ivo van Hoeve. Mai presentato in Francia, arriva lo Jakob Lenz di Wolfgang Rihm nella produzione di Andrea Breth già vista a Berlino, Stoccarda e Bruxelles che a Aix-en-Provence avrà la direzione musicale di Ingo Metzmacher. Ultimo titolo in cartellone, la prima assoluta di The Sleeping Thousand del giovane compositore israeliano Adam Maor su un libretto di Yonathan Levy. Nelle intenzioni del suo compositore, politicamente impegnato e con due anni di carcere alle spalle per aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito del suo paese, si tratterà di un atto concreto e poetico in favore della pace che superari l’impasse politico che vive la sua terra.
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