La nuova stagione della Fenice
In cartellone Myung-Whun Chung con Verdi e Mahler, un nuovo Vivaldi, due rarità di Albinoni e una Turandot
Si aprirà il 23 novembre con una nuova produzione del Macbeth di Verdi a cura di Damiano Michieletto, con Luca Salsi protagonista e la direzione di Myung-Whun Chung la nuova stagione del Teatro La Fenice di Venezia, presentata a Milano dal sovrintendente Fortunato Ortombina. Il direttore coreano legato, da un rapporto decennale con il teatro veneziano, tornerà sul podio anche per la ripresa dell’Otello di Verdi nella regia di Francesco Micheli dal 22 marzo 2019, oltre a tenere a battesimo la stagione sinfonica del teatro con la Sinfonia n. 2 “Resurrezione” di Gustav Mahler il 3 novembre, a dirigere il Concerto di Capodanno e l’ultimo dei concerti del cartellone sinfonico il 6 luglio 2019 con Andras Schiff solista.
Un stagione ricca con 20 titoli operistici per un totale di 152 serate d’opera nel cartellone 2018-19 fra nuovi allestimenti e riprese. Fra le nuove produzioni, in gennaio arriva a Venezia il Werther di Jules Massenet coprodotto con il Teatro Comunale di Bologna con la direzione di Guillaume Tournaire e la regia di Rosetta Cucchi. Due le produzioni del Mozart più giovane presentate come “officina di regia” in febbraio entrambe con la direzione di Federico Maria Sardelli: Il re pastore e Il sogno di Scipione, quest’ultimo realizzato in colaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Segue un titolo rossiniano per il Carnevale veneziano: L’italiana in Algeri in un nuovo allestimento con la regia di Bepi Morassi e la direzione di Giancarlo Andretta. Per il progetto “Opera Giovani” in collaborazione con il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, a marzo andranno in scena ben due lavori di Tommaso Albinoni: l’opera La Statira e l’intermezzo Pimpinone. Ancora un titolo del barocco veneziano in aprile con la Dorilla in Tempe di Antonio Vivaldi con la direzione di Diego Fasolis e la regia di Fabio Ceresa, il team che ha curato l’allestimento recente dell’Orlando furioso in questa stagione. Con questo titolo vivaldiano si conferma l’intenzione del Teatro La Fenice di riscoprire la produzione lirica del Prete Rosso per diverse stagioni a venire. Come già la Madama Butterfly con la regia di Mariko Mori di qualche stagione fa (ripresa alla fine di agosto 2019), anche per la nuova Turandot di Puccini in scena da maggio i nomi del team creativo saranno annunciati in concomitanza con la presentazione del progetto realizzato in collaborazione con la 58a Esposizione Internazionale d’Arte curata il prossimo anno da Ralph Rugoff. Sempre in maggio, dopo trentacinque anni torna in scena l’Aida di Verdi nello storico allestimento con la regia di Mauro Bolognini e le scene di Mario Ceroli. Sul podio Riccardo Frizza e nel cast Roberta Mantegna (Aida) e Francesco Meli (Radames) al debutto italiano nei rispettivi ruoli. In settembre, come da tradizione, nella prossima stagione il titolo contemporaneo sarà Luci mie traditrici di Salvatore Sciarrino presentato in un nuovo allestimento di Valentino Villa e la direzione di Tito Ceccherini. Fra gli spettacoli in repertorio, si rivedranno la Traviata con la regia di Robert Carsen, il Don Giovanni con la regia di Damiano Michieletto, Tosca con la regia di Serena Sinigaglia e La scala di Seta con la regia di Bepi Morassi.
Unico titolo per la danza: Romeo e Giulietta nella versione coreografata da Jean-Christophe Maillot su musica su Sergej Prokof’ev per Les Ballets de Monte-Carlo. Nel cartellone sinfonico, un concerto dedicato al centenario della scomparsa di Arrigo Boito diretto da Renato Palumbo in dicembre, mentre in aprile Yuri Temirkanov dirige un tutto Čajkovskij con Sergei Dogadin solista al violino e Diego Fasolis sarà impegnato nel Requiem di Mozart.
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