La Staatskapelle di Dresda e i film controversi del centenario UFA

Polemiche per la presenza di musiche di un film di propaganda nazista nel programma del concerto di San Silvestro a Dresda

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Die große Liebe (1942) di Rolf Hansen
Die große Liebe (1942) di Rolf Hansen

Polemiche per il concerto di San Silvestro a Dresda. La Staatskapelle diretta dal proprio direttore musicale Christian Thielemann propone un programma consacrato al centenario degli studi cinematografici UFA, l’Universum Film AG, una delle maggiori compagnie di produzione e distribuzione cinematografica tedesche e oggi marchio del gruppo editoriale Bertelsmann. Il programma del concerto, che sarà trasmesso dal secondo canale nazionale pubblico ZDF e distribuito in DVD, presenta un’antologia di musiche e canzoni interpretate dal soprano Angela Denoke, dal mezzosoprano Elisabeth Kulman e dal tenore Daniel Behle tratte da alcuni dei grandi successi della casa di produzione fra i quali L’angelo azzurro (Der blaue Engel, 1930), La sirenetta dell'autostrada (Die Drei von der Tankstellem, 1930), Tanz auf dem Vulkan (1938), Il barone di Münchhausen (Münchhausen, 1943), Realtà romanzesca (Frauen sind keine Engel, 1943), La donna che ho sognato (Die Frau meiner Träume, 1944)

In programma anche le sue canzoni “Davon geht die Welt nicht unter“ e “Ich weiß, es wird einmal ein Wunder gescheh’n” di Michael Jary da Die große Liebe (1942) di Rolf Hansen con Zarah Leander e Viktor Staal, il film di maggior successo della Germania nazista con circa 27 milioni di spettatori. Concepito come veicolo di propaganda del regime, il film fu proibito nel 1946 dalle forze militari alleate nella Germania post-bellica. Malgrado il concerto si apra con le musiche per Capitan Blood (1935) composte dell’ebreo viennese Erich Wolfgang Korngold, emigrato negli Stati Uniti nel 1934 per fuggire dal nascente nazismo, è inevitabile che la presenza di un film che propone un’immagine edulcorata delle SS e del regime nazista scateni polemiche. Polemiche alimentate anche da una certa reticenza nel far passare sotto silenzio una scelta che, se non proprio di sdoganamento, desta più di un sospetto di opportunismo in una città, Dresda, roccaforte del movimento anti-islamico Pegida (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes cioè Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente) e nella quale il partito di estrema destra AfD ha raccolto consensi pari alla CDU della cancelliera Angela Merkel alle elezioni politiche dello scorso settembre.

Politicamente più sensibili i responsabili di ZDF, che nel sito dell’emittente pubblica dichiarano: “Anche un intrattenimento apparentemente non politico è sempre immagine di valori. Così, le produzioni della compagnia cinematografica UFA riflettono un pezzo di storia della prima metà del XX secolo con tutte le sue lacerazioni, in cui traspare l’ambivalenza della cultura e della politica. Per lo ZDF e gli artisti, questo concerto è un esame critico dei “sogni cinematografici” del passato e delle “incomprensioni” della storia tedesca.”

 

 

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