Dopo appena un paio di settimane dalla scomparsa del batterista Sunny Murray, ci lascia un altro maestro del jazz creativo: il trombonista Roswell Rudd, che aveva compiuto 82 anni lo scorso novembre.
Musicista dapprima impegnato in formazioni di jazz tradizionale, Rudd è poi stato, a partire dai primi anni Sessanta, al centro di alcune delle avventure più innovative del periodo: accanto a Cecil Taylor, Bill Dixon e Steve Lacy – con cui costituì il fantastico quartetto School Days, dedicato alla musica di Thelonious Monk – a Archie Shepp o Charlie Haden, con il New York Art Quartet o la Jazz Composers’ Orchestra, Rudd è stato un riferimento imprescindibile per l’evoluzione del linguaggio del proprio strumento, il trombone, grazie a un approccio di sensibilissima profondità storica e espressiva in grado di svincolarsi dal linguaggio bop per aprirsi alle suggestioni e alle pratiche più varie, senza mai perdere di incisività emotiva.
Acuto etnomusicologo – ha collaborato a lungo con Alan Lomax – e straordinario riscopritore di repertori di artisti dimenticati (uno su tutti Herbie Nichols, con cui l’allora giovane Rudd aveva avuto occasione di stringere una breve, ma intensa amicizia), Rudd è rimasto sempre attivo, collaborando con musicisti europei, di altre geografie e di altri stili, lasciando sempre un forte segno umano e espressivo.
Pur nell’impossibilità di riassumere anche solo parzialmente la profondità del suo lascito musicale, lo ricordiamo con cinque suggerimenti d’ascolto, sperando ispirino più ampie scoperte (o riscoperte)… ne vale la pena!
1. Archie Shepp, "Lady Sings The Blues" (da Live In San Francisco, Impuse!, 1966)
Lungo e felice il sodalizio con il sax tenore di Archie Shepp: qui Rudd è nel quintetto di Shepp, dal vivo a San Francisco, alle prese con una composizione dell’amato Herbie Nichols e diventata un classico di Billie Holiday, Lady Sings The Blues.
2. Roswell Rudd, "Mayden Voyage" (da Flexible Flyer, Freedom, 1975)
In un bel gruppo con la cantante Sheila Jordan, avventuroso e godibile al tempo stesso, Rudd affronta qui un classico di Herbie Hancock.
3. Enrico Rava, "Lavori Casalinghi" (da Quartet, ECM, 1978)
Più volte al fianco di musicisti italiani, qui Rudd è con Enrico Rava in uno degli album più straordinari del trombettista, Quartet, con Jean-François Jenny-Clark e Aldo Romano. Imperdibile.
4. Steve Lacy/Roswell Rudd/Misha Mengelberg/Kent Carter/Han Bennink, "Friday The 13th" (da Regeneration, Soul Note, 1983)
Il lavoro sul repertorio di Thelonious Monk, iniziato insieme a Steve Lacy negli anni Sessanta con il quartetto School Days, prosegue anche nei decenni successivi, coinvolgendo qui due maestri del jazz olandese come Mengelberg e Bennink e il contrabbasso di Kent Carter.
5. Roswell Rudd & Toumani Diabaté, Bamako (da Malicool, Emarcy, 2002)
In un viaggio in Mali nasce la collaborazione di Rudd con lo specialista della kora, Toumani Diabaté, testimoniato dal bellissimo disco Malicool, in cui si incontrano mondi che sono partiti dalle medesime radici tanti anni prima.