Sebbene non clamorosamente come il luttuoso 2016, anche il 2017 ha portato con sé un notevole carico di musicisti che ci hanno lasciato. A poche settimane dalla fine dell’anno si è aggiunta alla lista la morte – all'età di 81 anni – di Sunny Murray, batterista tra i più originali e influenti nella storia della musica afroamericana e dell’improvvisazione.
Storico compagno di avventure di Cecil Taylor e di Albert Ayler, ma anche significativo come leader dalla fine degli anni Sessanta, quando prende parte attiva al fermento della new thing a Parigi, città nella quale deciderà di fermarsi.
Si suole dire, sintetizzando, che Sunny Murray sia stato, insieme a Milford Graves, tra i primi e più influenti batteristi a svincolare lo strumento da un ruolo essenzialmente ritmico per esplorare piuttosto gli aspetti timbrici e la tessitura della batteria. Questa sintesi coglie certamente un aspetto evidente del segno espressivo del musicista di Philadelphia (città in cui era nato nel 1936), ma rischia a volte di banalizzare la reale consistenza del pensiero di Murray.
Se è vero infatti che i “puristi” hanno spesso denigrato il lavoro di Murray secondo l’assunto per il quale it don’t mean a thing if he ain’t got THAT swing (e il fatto che io abbia scritto in maiuscolo quel “that” sta a sottolineare quanto ogni generazione abbia voluto piegare questa affermazione ellingtoniana al proprio concetto di cosa questo “that” fosse), in realtà le architetture soniche del batterista – pienamente inserite nella temperie della libertà da parametri dati, tipica di quegli anni – sono sempre dotate di una propria pulsione dinamica e coloristica che diventa fortemente strutturale.
Ricordiamo Sunny Murray nelle classiche incisioni con Taylor e Ayler, come At The Café Montmartre, o a Spiritual Unity di Albert Ayler...
... ma anche nel Drum Workshop con Elvin Jones e Art Blakey, a fianco di Archie Shepp e in tante incisioni a proprio nome, anche negli anni ’90 e primi 2000. Facilmente rintracciabili su YouTube sono ad esempio: l’omonimo Sunny Murray per la ESP; alcuni classici del periodo BYG, come Sunshine e An Even Break; e il bellissimo e più recente Perles Noires della Eremite.