I 90 anni Lee Konitz al Bologna Jazz Festival
Il concerto all’Unipol Auditorium aperto da un “saluto” di Barry Harris
Lee Konitz con i suoi 90 anni e Barry Harris a quota 87, fanno assieme 177 anni: più della storia del jazz. E assieme si sono presentati giovedì scorso sul palcoscenico dell’Unipol Auditorium in occasione del concerto di Konitz ospitato nel cartellone del Bologna Jazz Festival. L’incontro tra i due è avvenuto casualmente dietro le quinte – Harris era impegnato nei giorni successivi in una Masterclass con recital in trio a seguire – e ha generato un “regalo” offerto in apertura di serata al pubblico che gremiva la sala. Un dialogo tra il sax di Konitz e il pianoforte di Harris che, con la sua rilassata pacatezza, ha evocato intuizioni espressive appartenenti a un passato che ha ripreso forma senza nascondere gli anni trascorsi.
Congedato Harris, al pianoforte ha preso il suo posto Dan Tepfer, completando la formazione del quartetto 90 Years Celebration che prevedeva Jeremy Stratton al contrabbasso e George Schuller – figlio del compositore e musicologo Gunther Schuller – alla batteria. L’interplay espresso dai quattro musicisti ha rivelato fin dalle prime note una rodata affinità, naturalmente coagulata attorno agli interventi di Konitz, ora impegnato a cantare in scat ora alle prese con un sax che, nel corso della serata, si è rivelato un poco ribelle, senza peraltro intaccare, anzi sollecitandolo, il sanguigno umorismo dello stesso musicista di Chicago.
Brano dopo brano la serata, oltre a celebrare i 90 di vita di Konitz, ha reso idealmente omaggio ai 72 anni di attività musicale trascorsi da questo musicista al fianco di personaggi come, tra gli altri, Miles Davis, Ornette Coleman, Charles Mingus, restituendo una cifra stilistica capace di rievocare titoli quali “Subconscious Lee” e standard come “What Is This Thing Called Love”. Ma, nel clima disteso “da ricorrenza” che ha segnato la serata è emerso – sia negli attenti dialoghi con il sax di Konitz, sia nei momenti solistici – il pianismo fresco e dinamico di Dan Tepfer, dotato di una densità ritmico-armonica confermata dal trascinante “solo” dal sapore bachiano proposto come bis. Alla fine pubblico soddisfatto e standing ovation per Konitz e i suoi 90 anni.
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