Martha a Villa Rufolo
La Argerich al Festival di Ravello
Recensione
classica
Anche il Ravello Festival 2017, edizione numero sessantacinque, gioca tutto su Wagner, il belvedere di Villa Rufolo, interpreti ed orchestre internazionali. E sono queste ultime le componenti che lo avvicinano ad un pubblico sempre entusiasta ed in viaggio per la suggestiva cittadina della costiera amalfitana. Il concerto di sabato scorso 8 luglio, firmato da Gabor Takacs-Nagy alla direzione della Franz Liszt Chamber Orchestra, e con le pianiste Martha Argerich e Akané Sakai, scivola in una sontuosità musicale un po’ ironica con il concerto per pianoforte, tromba ed orchestra d'archi N.1 di Sostakovich, e segnato da fantasiose parodie con "Il Carnevale degli Animali" di C. Saint-Saëns. La tromba non abbonda mai nell'articolata partitura di Shostakovich, ed il suono raccolto di Laszlo Toth prepara al fitto pianismo di Argerich. Lei ricostruisce con minuzia i timbri e dialoga in virtuosismo con l'insieme orchestrale come sempre di impatto, elegante e passionale. Argerich è anche da festival, scherzosa e festosa sui disegni melodici, accentuati, con pause e sincopi rispettate alla lettera. Ogni attacco è ritmo, suono puro e semplice bellezza, al di là di ogni retorica. Lo stesso vale per un roboante finale del Carnevale di Saint-Saëns, che rispecchia un carattere a volte furente in bilico tra la potenza sonora del pianoforte e l'espressività delle due interpreti. Di coinvolgente ironia, a tratti infantile ma sempre geniale, dalla maestosità del leone, passando per un elefante/contrabasso, un cucù/flauto, due pianiste/animali da palcoscenico, fino alla fragile eleganza del cigno/violoncello, il Carnevale, già da solo, contribuisce a garantire il successo del concerto, valore aggiunto il giusto spirito nell'interpretazione di solisti e orchestra.
Guizzi e velocità, ma anche di carisma la giovane pianista giapponese e soprattutto implacabile e resistente all'energia della Argerich, forgiano insieme un suono tondo, voluminoso nei fortissimo, un po' tutto piatto però nell'involucro del belvedere di Villa Rufolo che, seppur magico, è senza misura perfetta per suono in musica e dimensioni non congrue per un organico d'archi. Come sempre in questi casi l'orchestra si aiuta da sé. Gabor Takacs-Nagy, direttore esperto, che ha condotto con saggezza le valide file di questa orchestra ungherese nella prima parte, esegue un "Angelus!Prière aux anges gardiens" di Liszt: statico nei crescendo e freddo nei timbri. Poco meglio il divertimento N. 1 K 136 di W. A. Mozart che apre la serata: suonava artificioso a confronto con il seguente Shostakovic. Il cartellone del festival è ricco, le potenzialità della cittadina alte.
Interpreti: Martha Argerich e Akané Sakai, pianoforte
Orchestra: Franz Liszt Chamber Orchestra
Direttore: Gabor Takacs-Nagy
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento