Bbc alla russa
Londra: al Barbican Bychkov sul podio della Bbc Symphony Orchestra
Recensione
classica
Siamo al compimento del "Beloved Friend Tchaikovsky and Me", progettato dalla BBC Symphony Orchestra, in collaborazione con il direttore russo Semyon Bychkov, sul repertorio sinfonico russo. Il concerto in diretta su BBC Radio dal Barbican Center di Londra.
Le opere, "Le Campane" Op. 35 di Rachmaninov e la Sinfonia N. 6 "Patetica" Op. 74 di Tchaikovsky, hanno obbligato il pubblico, si dice, a meditare sulla qualità del sinfonismo russo.
Di forza speciale la Sinfonia Corale, non certo una cantata, eseguita nell'originale russo di Konstantin Dmitriyevich Balmont, liberamente tratta dal poema di Edgar Allan Poe. Un residuo religioso e sacrale, probabilmente dell'infanzia del compositore, pieno di effetti macabri come lo scampanellio a volte lugubre e desolante del rintocco delle campane. Non male le climax maestose ed imponenti dal sapore liturgico, spesso risultanti in una tragedia sublime e una passione pessimistica. Poco scintillante l'inizio attorno al tenore. Bellissimo a bocca chiusa il coro fondente con l'orchestra. Il secondo tempo lento suona quasi come un Dies irae. Si percepiscono tutti i colori orchestrali sempre cangianti in particolare la chiusa in delicatezza sui clarinetti.
Violenta ed un po' chiassosa l'orchestra nel terzo tempo (Presto), ma si capirà più avanti che è lo stile di Bychkov. Il direttore russo cerca sempre effetti travolgenti, sembrano scatenarsi demoni orchestrali, seguendo alla lettera il testo di Poe. Anche il quarto (Lento Lugubre) punta ad un tutto sonoro, pesante. Qui il lento lamento emula quasi quello della patetica che verrà, preparando un terreno sonoro di desolazione nella paura della morte. Che timbro ameno il corno inglese di Alison Teale, non sembra quasi lui. La squadra di cantanti non risulta perfettamente impeccabile, orientata sul basso, come voleva in origine la partitura, più che sul tenore: dunque il giovane basso Anatoli Sivko incanta, cantando con timbro e parola splendidi. Di voce elegante il tenore Vsevolod Grivnov ma di volume un po' leggero, sempre sovrastato dalla poderosa direzione di Bychkov, nonostante la sala del Barbican, per misura, si addica alle voci perfettamente. Poca classe, intonazione e sillabato per il soprano Emily Magee che non brilla nella serata. La massa corale, circa settanta in un palco impacchettato di musicisti, invece corre, sempre regolare nei registri, pungente, energica, nelle variazioni di cupe atmosfere, a volte meditabonda, spesso tormentosa, quasi di angosciante disperazione.
Bychkov è un meraviglioso artista del nostro tempo, di musicalità ricca, estrosa, comunicativa. Da autentico Russo, sa giocare con i linguaggi timbrici, senza preclusioni, esaltando le differenze. Nel finale Adagio della "Patetica", Bychnov trasfigura la forma, la rende una conclusione tragica, in contrapposizione alla marcia convertita in un terzo tempo trionfante. Il tutto è giocato su questo taglio brutale del finale tragico, sulle cadenze ausiliarie, la costante precarietà armonica che Bychkov conduce in un discorso fluido, con i finali sempre ben enunciati, in un continuo stile concitato. Un successo anche di pubblico il Tchaikovsky project del Barbican, con molti giovani strumentisti dell'Università accanto, la Guildhall.
Interpreti: Soprano Emily Magee, Tenore Vsevolod Grivnov, basso Anatoli Sivko
Orchestra: BBC Symphony Orchestra
Direttore: Semyon Bychkov
Coro: BBC Symphony Chorus
Maestro Coro: Madeleine Venner
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.