Gallo d'oro da applausi
A Bruxelles una regia di Laurent Pelly curatissima ed efficace
La musica scorre fluida, vivida e avvolgente con le affascinanti sonorità orientaleggianti di Rimsky-Korsakov che il direttore Alain Altinoglu sa far esprimere, là dove occorre, con la giusta soavità oppure con più vitale energia o pesantezza. L’allestimento invece è grigio, spoglio, minimalista, dominato da un grande letto oppure da una tenda-nassa – quest’ultima idea assai interessante per esprimere il luogo dove la regina “cattura” lo zar. Nel Gallo d’oro firmato da Laurent Pelly i colori accesi e i decori della Russia esotica suggeriti dalla musica non si ritrovano più nel decor e nei costumi, che il regista declina invece in tristi sfumature di grigio, al massimo d’argento per le vesti della zarina: in scena è rappresentata la stupidità, che è grigia, per l’egoismo e ottusità del potere e del popolo. L’ironia di un racconto presentato come una fiaba è così esaltata deprivandola di colore: solo gli animali, sia il gallo d’oro che il paggagallo, splendono di giallo e di rosso – se si eccettuano le lampadine rosse che illuminano, ma solo per qualche istante di emozione, la nassa. I movimenti in scena sono curatissimi, ogni personaggio ha il suo preciso modo d’essere, tutto il cast è impegnato a fondo, si fanno notare, più che i protagonisti, per la giusta estensione di voce il tenore alto Alexander Kravets, nel ruolo dell’Astrologo, e Agnes Zwierko, nelle vesti – assai divertenti - della governante Amelfa, dal bel timbro e molto apprezzabile in particolare nelle note più basse. Così come assai godibili sono le cameriere rappresentate come operaie, altra idea interessante, e in generale tutto il coro ben integrato, così come il gruppo degli artisti di complemento. Un gran lavoro, da applauso, tirando le somme, sicuramente per regista e direttore.
Interpreti: Lo Zar Dodon (Pavlo Hunka), Lo Zarevič Gvidon, (Alexey Dolgov), Lo Zarevič Afron (Konstantin Shushakov), Il generale Polkan (Alexander Vassiliev ), La governante Amelfa (Agnes Zwierko), L'astrologo (Alexander Kravets), La Zarina di Šemacha (Venera Gimadieva), Il gallo d'oro (Sheva Tehoval)
Regia: Laurent Pelly
Scene: Barbara de Limburg
Costumi: Laurent Pelly, Jean-Jacques Delmotte
Coreografo: Lionel Hoche
Orchestra: La Monnaie Symphony Orchestra
Direttore: Alain Altinoglu
Coro: La Monnaie Chorus and Choir Academy
Maestro Coro: Martino Faggiani
Luci: Joël Adam
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
La sua Missa “Vestiva i colli” in prima esecuzione moderna al Roma Festival Barocco
A Ravenna l’originale binomio Monteverdi-Purcell di Dantone e Pizzi incontra l’eclettico Seicento di Orliński e Il Pomo d’Oro