Niente sesso, siamo inglesi
Al Maggio Musicale Fiorentino Albert Herring di Britten
Recensione
classica
Al 79° Maggio Musicale Fiorentino torna Benjamin Britten, con un nuovo allestimento di Albert Herring”(1947, libretto di Eric Crozier) al Teatro della Pergola, satira di un'Inghilterra sessuofoba, conservatrice e puritana: in un villaggio tipicamente albionico, un giovane di condotta inappuntabile viene nominato per la prima volta Re di Maggio per mancanza di candidate accettabili al tradizionale titolo di Reginetta, giacché tutte le ragazze sono sospette circa i requisiti principali di verginità e sobrietà. Ma in una notte di bagordi finirà per ribellarsi alla Lady, al pastore, e soprattutto ad una mamma quanto mai ingombrante. Lavoro curioso, quasi di transizione, tra la forza tragica e l'innovatività drammaturgica dei precedenti Peter Grimes e The Rape of Lucretia e l'addentrarsi in misteri più profondi dei successivi Billy Budd e Giro di Vite: Britten resta ad un'ironia bonaria e ad una sorta di nostalgia agreste, che risuona nella partitura con i suoi echi campestri e le sue indubbie anche se un po' fragili grazie. E' un'edizione notevole, con l'esperto britteniano Jonathan Webb sul podio della piccola orchestra di raffinato taglio cameristico, e un cast eccellente vocalmente e scenicamente, in cui facciamo menzione, oltre che del valido protagonista Sam Furness, di Orla Boylan, gran voce straussiano-pucciniana qui ridotta ai ranghi di un'antipatica feudataria, Lady Billows. Ma soprattutto lo spettacolo deve molto all'estrosa e sciolta regìa di Alessandro Talevi, con le scene e costumi di Madeleyne Boyd, con le sue evocazioni - pensiamo agli spettri delle Reginette che furono nel primo interludio strumentale – e notazioni attente, ricche di spunti ma mai ingombranti. Successo pieno e repliche fino al 31.
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