Una parabola perfetta
Con “Curlew River” si conclude il Festival Britten dell'Opéra de Lyon
Recensione
classica
Il Festival Britten dell’Opéra de Lyon, inaugurato due giorni fa da “Peter Grimes” nella preziosa versione di Yoshi Oida, proseguito con “Il giro di vite” di Valentina Carrasco, è giunto a conclusione ieri sera con il “Curlew River” firmato nel 2008 da Oliver Py: come a dire dalla ricchezza sontuosa dell'esordio, attraverso l'asciuttezza della maturità, fino alla rarefazione che segna la produzione più tarda del compositore.
La ripresa è fedele, a partire dal cast che vede nei panni della Madwoman, ora come allora, il giovane tenore americano Michael Slattery, bella voce dotata di un fantastico arcobaleno timbrico e presenza scenica di sconvolgente intensità. Non sarà un debutto assoluto, ma la riuscita emotiva e teatrale di questa “parabola da chiesa”, a distanza di sei anni, è ancora tale da colpire lo spettatore come un pugno nello stomaco. La concentrazione dei mezzi musicali (pochi interpreti, una partitura densa e impervia costruita per accumulazione di tonalità e ritmi) trova un corrispettivo perfetto nell’impostazione di Py, radicale, rigorosa, esatta come un meccanismo di precisione e nello stesso tempo mai rigida, mai fredda. Ogni gesto, ogni movimento esercitano una forza magnetica concentrata, capace di trasmettere i temi alti, l’anelito insieme laico e sacro ad una dimensione extraumana che attraversano l’opera. Si è detto di Slattery, ma tutto il cast è staordinario: il Ferryman William Dazeley, l'Abbot Lukas Jakobski, il Traveller Ivan Ludlow, e naturalmente i coristi e gli strumentisti dell'Orchestra, coordinati da Alan Woodbridge. Un’ora di viaggio nell’abisso, con lo sguardo rapito e il fiato sospeso – fino a riemergere nella luce dell’altra riva, come Britten nell’estremo coraggio artistico dei suoi ultimi anni aveva immaginato e visionariamente voluto.
Interpreti: Michael Slattery, William Dazeley, Ivan Ludlow, Lukas Jakobski
Regia: Olivier Py
Direttore: Alan Woodbridge
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