Le inquietudini di Gouvy
Rigore e lirismo nell'esibizione del Quator Cambini-Paris al Bru Zane
Recensione
classica
Théodor Gouvy, artista romantico di solida formazione accademica, nutrita di cultura franco-tedesca, vive a cavallo tra Francia e Germania godendo la stima di compositori come Berlioz, il quale ne lamentava, per altro, la scarsa notorietà a Parigi. La sua funzione di trait d'union tra le due tradizioni musicali si coglie bene nei quartetti per archi che rappresentano un tassello importante nell'ambito della sua produzione cameristica. Il Quator Cambini-Paris, invitato al Palazzetto Bru Zane nell'ambito del Festival monografico dedicato a Gouvy, ne ha proposto due esempi appartenenti al periodo della maturità, accomunati, pur nella diversità dei caratteri, da alcuni tratti ben definiti: la tensione contrappuntistica che stratifica la scrittura, l'attenzione all'elemento folcloristico (interessante soprattutto dal punto di vista ritmico), l'ampia forma in quattro movimenti, sempre governata da una lucida chiarezza strutturale, e un linguaggio armonico a tratti venato di cromatismi ma sempre saldamente ancorato alla solidità tonale. Se il Quartetto in sol maggiore del 1888 evoca tracce mendelssohniane, specie nel terzo movimento, reso con levità e trasparenza dalla formazione francese, il Quartetto in la minore op. 56 n.2 del 1873 svela un maggiore interesse dal punto di vista espressivo, con le sue malinconie, pensieri ossessivi e inquietudini latenti. Il gruppo parigino ne sottolinea la tensione ritmica, retta da una cellula giambica che unifica i vari movimenti, e l'intensa ispirazione lirica, che trova nella Romance il suo apice emotivo.Buona armonia di insieme, autonomia delle parti e una solida consapevolezza formale identificano il Cambini, già premiato di recente per un'incisione dedicata a Jadin. Caldo successo e un bis con la Cavatine di Castillon.
Note: sostituzione del primo violino: al posto di Julien Chauvin è subentrata Blandine Chemin; violino II:Karine Crocquenoy, viola: Pierre- Eric Nimylovwycz; violoncello: Atsushi Sakai
Interpreti: Quator Cambini-Paris
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento