Coppélia
Alla Scala di Milano nuova produzione del balletto di Léo Delibes. Ma è una delusione.
Recensione
classica
Ma come. Si manifesta in piazza e si piange nei salotti per la riduzione del FUS. Le Fondazioni liriche avvertono: con questi tagli presto sarà la morte (dell’opera, figuriamoci la danza). I sovrintendenti minacciano sfracelli. E che fa la Scala? Investe una cifra che immaginiamo abbastanza cospicua in una nuova produzione di Coppélia, celebre balletto di Delibes del 1870, che si rivela vecchia e deprimente. Giusto riproporre al pubblico un titolo molto amato, assente da 13 anni. Ma poiché l’ultima Coppélia vista alla Scala era quel gran capolavoro firmato da Roland Petit, due erano le opzioni: tentare una strada innovativa, proponendo un versione magari più legata al testo inquietante e noir di E.T.A.Hoffmann cui il balletto si ispira (Der Sandmann), oppure noleggiare un buon allestimento, tradizionalissimo, da un qualche teatro europeo e far contenti tutti, con modica spesa. Invece no. Si chiama il coreografo Derek Deane, che produce quanto di più scontato e polveroso di possa immaginare (la solita, insistita pantomima inglese, un Coppelius ridotto a macchietta, per tacere di insiemi aggrovigliati, tali da appannare persino i momenti solistici), si affidano a Luisa Spinatelli scene e costumi che sono un’elegantissima sagra dell’ovvio e si chiamano due protagonisti poco convinti: la virtuosa argentina Paloma Herrera, comunicativa come un controbuffet, e il tedesco Friedemann Vogel, che ha lo spessore scenico di un fuscello. E dire che Coppélia darebbe mille spunti, con la storia di Swanilda amata da Franz ma anche da un fabbricante di automi che crea una bambola uguale a lei.... Che dire d’altro? Bene la compagnia scaligera nel suo complesso. Sul podio David Coleman, il Tullio Serafin della danza: poche finezze magari, ma incisivo e dritto alla meta.
Interpreti: Paloma Herrera, Friedemann Vogel, Gianni Ghisleni
Scene: Luisa Spinatelli
Costumi: Luisa Spinatelli
Corpo di Ballo: Scala di Milano
Coreografo: Derek Deane
Orchestra: Scala di Milano
Direttore: David Coleman
Luci: Jacques Chatelet
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