Le opere di Händel stanno lentamente facendo il loro ingresso nei teatri italiani, pur con grande ritardo rispetto al panorama d'oltralpe. Al rinnovato impegno delle istituzioni corrisponde oggi la disponibilità di interpreti italiani fra i più quotati internazionalmente per questo repertorio. Ottavio Dantone, direttore e maestro al cembalo, è ormai una presenza quasi obbligata per una simile operazione, che conduce questo debutto nazionale di "Partenope" con la nota sensibilità ed eleganza, priva degli eccessi, vorrei dire delle intemperanze, che carattarizzano le concertazioni di suoi colleghi pur altrettanto valenti.
Buone le voci sul palcoscenico, dalle quali emerge di una spanna Sonia Prina, per prestanza vocale e scenica. Ma la maggiore curiosità veniva dall'allestimento di Giuseppe Frigeni (del quale a Ferrara v'è ancora memoria d'una interessantissima "Turandot"): in bilico fra geometrie dematerializzate (delle colonne corinzie restano solo le scanalature verticali) e archeologia teatrale (i personaggi vestono pomposamente e si atteggiano plasticamente come i castrati e i soprani delle stampe settecentesche), la regia muove i cantanti come elementi di una scacchiera seguendo linee prospettiche tracciate sul palcoscenico (evidente la suggestione di Bob Wilson, di cui Frigeni è coreografo di fiducia), non senza punte di caricaturalità. Il che si sposa bene col tono fondamentalmente scherzoso del libretto e una partitura händeliana tardiva che ha ormai abbandonato le memorabili melodie dei giovanili "Rinaldo" o "Agrippina", per ridursi a eleganti geometrie.
L'infausta moda d'accorpare II e III atto ha costretto a tagli della partitura assolutamente evitabili con un intervallo in più. Ottimo successo di pubblico.
Note: Prima rappresentazione italiana in epoca moderna.
Coproduzione Teatro Comunale di Ferrara, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro di San Carlo di Napoli, Opéra National de Montpellier Languedoc-Roussillon
Interpreti: Elena Monti (Partenope), Marina De Liso (Arsace), Sonia Prina (Rosmira), Valentina Varriale (Armindo), Cyril Auvity (Emilio), Gianpiero Ruggeri (Ormonte)
Regia: Giuseppe Frigeni
Scene: Giuseppe Frigeni
Costumi: Regina Martino
Orchestra: Accademia Bizantina
Direttore: Ottavio Dantone
Luci: Giuseppe Frigeni
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