Riflessi sull'acqua alla Fenice

Il teatro veneziano apre con la poco rappresentata "città morta" di Erich W. Korngold

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice
Korngold
23 Gennaio 2009
Aprire una stagione lirica a Venezia con un titolo come "Die Tote Stadt" (La città morta) di Korngold è di questi tempi, oltre che coraggiosa e encomiabile, anche una scelta che cela una certa ironia e scaramanticità. Così come scaamantiche sono state le spille di velluto viola distribuite all'ingresso per protestare contro i continui tagli finanziari al settore. Qualche poltroncina vuota in platea è forse il segno (oltre che dello sciopero dei treni) che il pubblico non vuole rischiare un nome meno conosciuto? Si spera di no, anche perchè l'opera di Korngold è, se non memorabile, di certo ben scritta e ricca di quelle suggestioni tardo-romantiche che poi ci sarebbero diventate familiari in tante colonne sonore hollywoodiane - non a caso questa fu la destinazione del compositore. L'allestimento di Pier Luigi Pizzi gioca con pochi colori, il nero, il bianco e il rosso, affidando a un semplice ma efficacissimo gioco di specchi l'evocazione di una Bruges spettrale invasa dall'acqua alta (il richiamo alla Venezia britteniana dello stesso Pizzi era dichiarato), ma cadendo, specie nel terzo quadro, in qualche cedimento di gusto. Qui si consuma il dramma del vedovo Paul, che vive nel culto della defunta consorte e crede di ritrovarla nella giovane ballerina Mariette, per poi accorgersi, in un crescendo onirico, di dovere lasciare la città se vuole provare a ricominciare. Opera quasi tutta sulle spalle dei due cantanti, un troppo affaticato Stefan Vinke e una buona Solveig Kringelborn, diretta da Eliahu Inbal con la consueta esperienza, questa "Die Tote Stadt" ci è sembrata poco convincente, un po' pesante nei movimenti dei due protagonisti (il povero tenore praticamente sempre a terra prostrato!) anche se suggestiva nelle immagini riflesse sul fondo. Applausi, ma non troppi.

Interpreti: Paul Stefan Vinke Marietta / L’apparizione di Marie Solveig Kringelborn Frank / Fritz Stephan Genz Brigitta Christa Mayer Juliette Eleonore Marguerre Lucienne Julia Oesch Gaston Gino Potente Victorin Shi Yijie Il conte Albert Mathias Schulz

Regia: Pier Luigi Pizzi

Scene: Pier Luigi Pizzi

Costumi: Pier Luigi Pizzi

Coreografo: Marco Berriel

Orchestra: Teatro la Fenice

Direttore: Eliahu Inbal

Coro: Teatro la Fenice

Maestro Coro: Claudio Marino Moretti

Luci: Vincenzo Raponi

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