Quasi un'antologia del Novecento
Recensione
classica
Questo concerto era, quasi, un’antologia della musica del primo novecento. Non si può non avere questa sensazione quando, nella stessa serata, si eseguono i Drei Klavierstücke op.11 di Schoenberg, i Drei Orchesterstücke op 6 di Berg, Octandre di Varèse e si conclude con il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Bartok. Quattro composizioni che sono altrettanti cardini della musica tra il 1908 e il 1926. Il pubblico del Bozar non ha lesinato gli applausi all’orchestra di Bamberg, al suo direttore e al pianista Pierre Laurent Aimard che tornerà in scena a Bruxelles già il 28 novembre per eseguire i Vingt Regards sur l’Enfant-Jésus di Messiaen. E’ stato un bel concerto, che ha trovato il suo significato nel saper individuare le connessioni tra i quattro brani che costituiscono l’immaginaria antologia di cui parlavamo. I primi slanci espressionisti di Schonberg hanno trovato riscontro in un’efficace esecuzione dell’opera di Berg, in cui si è avvertita la tensione del compositore, che ancora sentiva in sé il sinfonismo mahleriano, verso la conquista di un linguaggio più moderno, non tonale e anche più personale. Nella seconda parte, due opere molto diverse tra loro, ma che sono apparse accomunate, in questo concerto, dalla ricerca materica del primo novecento e nella liberazione del timbro, sviluppata seppure diversamente nel piccolo organico di Octandre e nel brillante momento finale del concerto di Bartok, dove si è valorizzata la ricerca di un dialogo voluto dall’autore tra un pianoforte “percussivo” e la sezione, appunto, delle percussioni, che non ha però penalizzato la presenza del resto dell’orchestra.
Interpreti: Pierre-Laurent Aimard, piano
Orchestra: Bamberger Symphoniker
Direttore: Jonathan Nott
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