La Hewitt con orchestra (congelata)

Nella complessa scrittura del Concerto di Schumann, l'orchestra del Verdi non riesce a sostenere una Angela Hewitt intenzionata a dare un'interpretazione quasi classicheggiante di uno dei maggiori capolavori del periodo romantico. Esiti più positivi per il Brahms della seconda sinfonia, ma si sente la minore abitudine al repertorio sinfonico rispetto a quello operistico: è un peccato davvero.

Recensione
classica
Teatro Lirico Giuseppe Verdi Trieste
06 Ottobre 2006
Dopo aver legato il proprio nome alle interpretazioni di Bach e Couperin al pianoforte, che l'hanno resa famosa in campo discografico insieme a quelle delle opere di Chabrier, Ravel e Messiaen, ieri sera Angela Hewitt si è presentata al Teatro Verdi di Trieste con una lettura molto personale del Concerto op. 54 di Schumann, più incline a una sorta di espressività oggettiva che a lasciarsi coinvolgere nel turbine di un romanticismo sofferto e ricco di slanci passionali. L'esecuzione della pianista canadese, tecnicamente quasi impeccabile, ha puntato molto sulla chiarezza timbrica, su un equilibrato uso del rubato, su una scelta dei tempi non esasperata - arrivando a dare un bel carattere danzante all'allegro vivace conclusivo - e sulla ricerca di una chiave di interpretazione più onirica che drammatica delle tensioni che il musicista tedesco affida al complesso intreccio tra la scrittura pianistica e quella orchestrale. Dunque uno Schumann poco romantico, ulteriormente raffreddato, tuttavia, dalla scarsa prontezza dell'orchestra a sostenere il dialogo col solista: tempi spesso tirati indietro, qualche difficoltà nel sincronizzarsi con la pianista e soprattutto poca presenza nel fitto dialogo, a volte quasi minimalista, che uno Schumann ormai ben lontano dagli schemi beethoveniani prevede tra il solista e le sezioni dell'orchestra. Migliore risultato è stato offerto dall'orchestra nella seconda parte del concerto, che prevedeva la Sinfonia n. 2 op. 73 di Brahms. Il giovane direttore moravo Tomas Netopil è riuscito stavolta a far cambiare marcia agli strumentisti del Verdi, che hanno proposto un'esecuzione più puntuale nell'esplorare le ampie gradazioni espressive del musicista tedesco. Pubblico plaudente ma non foltissimo: solo l'opera riesce a riempire questo teatro?

Interpreti: Angela Hewitt, pianoforte

Orchestra: Orchestra della Fondazione Teatro Lirico "Giuseppe Verdi" di Trieste

Direttore: Tomas Netopil

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