Scritto da Mozart a sedici anni su un libretto di Metastasio, ampiamente musicato nel Settecento, Il sogno di Scipione è stato sfortunato fin dalla nascita. Ne fu rappresentata solo una minima parte nel 1772 a Salisburgo al cospetto del tremendo arcivescovo Colloredo, poi silenzio totale. Oggi dopo più di due secoli ottiene finalmente la sua prima teatrale, grazie alla Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli, gloriosa compagine nata a Milano nel 1835 e operativa al Teatro Gerolamo dal 1906 (sala purtroppo da troppi anni inagibile). Una prova non di poco conto perché la struttura drammaturgica dell'opera è altamente convenzionale, ispirata com'è all'apologo della Repubblica di Cicerone dove si dibatte nei cieli se sia più adatta la Costanza o la Fortuna a garantire fama imperitura, quanto artificioso è per sua natura il gioco delle marionette: eppure è proprio quest'ultimo che dà leggerezza e giustificazione alla retorica della non-azione scenica. Lo spettacolo fila via che è una meraviglia. Eugenio Monti Colla, che ne è il regista, ha scelto come "colonna sonora" una strepitosa edizione del Mozarteum, diretta da Hagen, con Peter Schreier, Lucia Popp ed Edita Gruberova, sostituendo i recitativi secchi con aulici dialoghi di raccordo. E ha inventato sontuose situazioni sceniche, dalla tenda di Scipione in Africa, alla distesa delle nuvole, dove le piccole creature di legno si pavoneggiano in ricchissimi costumi e sfoggiano sorprendenti capacità mimiche. Muovono le bocche, hanno gesti delle braccia assolutamente naturali (stupefacenti i movimenti dei polsi), pur conservando un elegante straniamento. I cambi di scena potrebbero essere motivo d'invidia di qualsiasi teatro, tanto sono fulminei. Sullo sfondo compaiono, a illustrare le immagini evocate dal libretto, panorami cosmici, con la Terra ridotta a una biglia o i pianeti ruotanti, un dirupo dove una quercia secolare sfida i venti avversi, una citazione del dipinto della Città ideale, battaglie fra eserciti, tribune con spiriti beati canterini. E, durante il bellissimo e unico recitativo accompagnato, l'azione notturna fra lampi e tuoni di tre orrende Furie, con bacchette magiche ingraziosite da lampadine. Nel finale, quando compare Licenza ad annunciare l'obbligatoria dedica a Coloredo, il fondale si apre a sorpresa sulla sala del Gerolamo (a svelare il segreto sogno dei Colla di potervi un giorno ritornare), coi palchi stipati di spettatori con parrucchini settecenteschi e sulla scena i coristi che non sanno più se rivolgersi a loro o al pubblico reale.
Interpreti: Scipione: Peter Schreier; Costanza: Lucia Popp; Fortuna: Edita Gruberova; Publio: Claes H. Ahnsjo; Emilio: Thomas Moser; Licenza: Edith Mathis.
Marionettisti: Carlo III Colla, Eugenio Monti Colla, Davide Cappellato, Franco Citterio, Mariagrazia Citterio, Pietro Corbella, Debora Coviello, Cecilia Di Marco, Mariapina Lanino, Tiziano Marcolegio, Sheila Perego, Giovanni Schiavolin, Petra Stoeber.
Voci recitanti: Loredana Alfieri, Marco Balbi, Lorella De Luca, Lisa Mazzotti, Gianni Quillico, Franco Sangermano
Regia di Eugenio Monti Colla
Scene: Franco Citterio
Costumi: Eugenio Monti Colla e Cecilia Di Marco
Orchestra: Mozarteum-Orchester Salzburg
Direttore: Direttore e clavicembalo Leopold Hager
Coro: Salzburger Kammerchor
Maestro Coro: Rupert Huber