Piazza grande Arena

Scenografie essenziali, scelte registiche raffinate e di notevole efficacia teatrale, con soluzioni e trovate non invadenti rispetto alle dinamiche drammaturgiche. Buona e salda la direzione di Lu Jia. efficace e dinamica compagnia di canto. Anfiteatro al completo.

Recensione
classica
Ente Lirico Arena di Verona Verona
Pietro Mascagni
24 Giugno 2006
E' dall'alto, al centro dei gradini, in una sorta di spazio vuoto, che Turiddu fa echeggiare le note della Siciliana di Cavalleria. La scena: solamente un grande ulivo e resti di antiche colonne. Scelte scenografiche essenziali, lo spazio dell'Arena, come quello del meridione delle rovine, tanto amato dai viaggiatori di un tempo, in cui si riflettono gli echi dell'antica tragedia greca. Una regia che salva l'intimismo e il senso di solitudine dei personaggi di Cavalleria, pur con le dovute concessioni alla spettacolarità areniana; le dimensioni e gli ambiti di piccoli borghi sono qui spazi per grandi folle: così è la processione in due tronconi, con uno che proviene dalla platea. E il piccolo gruppo di teatranti in Pagliacci diviene quello di un grande circo. L'Arena come una grande piazza: due carri colorati e cavi illuminati come nelle fiere di paese, con nani, ballerine, saltimbanchi che arrivano da ovunque, con movimenti d'insieme di particolare efficacia, gestiti con gusto e senso del teatro, anche perché, cosa rara in questi casi, la regia non si lascia prendere la mano, invadendo con queste trovate ogni momento dell'opera. La direzione di Lü Jia ci è parsa orientarsi verso una lettura attenta alla definizione di un colore orchestrale sinfonico calibrato, rigorosa nella scelta dei tempi, con una tenuta sostanzialmente buona anche dei momenti corali e d'insieme nel vasto palcoscenico areniano. Nelle compagnie di canto, agili sulla scena (specie in Pagliacci) un José Cura protagonista è talvolta in affanno nella zona acuta, ma di grande efficacia interpretativa. La Casolla è una Santuzza di vibrante colore drammatico; la Vassileva interpreta Nedda con varietà accenti e notevole disinvoltura teatrale. Arena al gran completo con un pubblico, un po' rumoroso e indisciplinato, con applausi a scena aperta e ovazioni finali.

Interpreti: Cavalleria rusticana e Pagliacci Nuovo Allestimento Cast Cavalleria rusticana: Santuzza: Giovanna Casolla (24/6; 1, 8, 14, 19/7)/Ildiko Komlosi (27/7; 8, 17/8); Lola: Rossana Rinaldi; Turiddu: José Cura; Alfio: Carlos Almaguer; Lucia: Paola Fornasari. Cast Pagliacci: Nedda/Colombina: Svetla Vassileva (24/6; 1, 8, 14, 19, 27/7)/Amarilli Nizza (8, 17/8); Canio/il pagliaccio: Josè Cura (24/6; 1, 8, 14, 19, 27/7)/Nicola Martinucci (8, 17/8); Tonio/Taddeo: Alberto Mastromarino; Beppe/Arlecchino: Cristiano Olivieri; Silvio: Marco Di Felice

Regia: Gilbert Deflo

Scene: William Orlandi

Costumi: William Orlandi

Direttore: Lü Jia

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.