Nella Poppea di Moschopoulos i personaggi sono tridimensionali, reali e lo spettacolo piace per la sua facilità di lettura, essenziale nella rappresentazione dei conflitti erotici o di potere. Coerenti con le idee del regista, le scene di Fotopoulos riflettono una concezione minimalista. Quasi tutto è bianco ovvero luce: le pareti della stanza in cui si svolge il dramma, i vestiti degli dei, le lenzuola che avvolgono Poppea mentre nero è il vestito di Ottavia, disprezzata regina e afflitta moglie. Solo un colore rompe la monocromia. È il rosso dell'amore e della morte. E sullo sfondo il muto scorrere di un video in bianco e nero, nuvole che si dissolvono come le umane esistenze di umili e potenti.
I costumi sono moderni, pompeiani, un po' bizzarri (poppe e sederone caricano di grottesco le forme di Arnalta) o di carta, di fragilità.
Le soluzioni timbriche dello strumentale aderiscono ai personaggi e alle situazioni e Dantone sa ben sottolineare il serrato dei dialoghi e il ritmo dell'azione scenica. L'impasto sonoro dell'Accademia Bizantina è un ensemble omogeneo e funziona nell'intonazione e negli attacchi.
Molto ambizioso il cast di voci scelto per l'ultimo titolo monteverdiano. Una locandina fitta di interpreti tutti molto bravi e ben affiatati. Ricordiamo solo Roberta Invernizzi, solenne ed elegante Ottavia; Sonia Prina (Ottone), dal timbro morbido e pastoso, la Bertagnolli (Drusilla), la solennità di Costantini (Seneca) e l'Arnalta di Balconi. La Poppea di Angeles Blancas Gulin è carica di forte sensualità e bella voce ma, a volte, risulta un po' sovrastata dalla musica. E poi l'Antonacci al suo debutto italiano nel ruolo di Nerone, voce potente e forte presenza scenica ben giocata nella chiara ambiguità del personaggio passionale con Poppea e sensuale con Lucano.
Note: Coproduzione dei Teatri del Circuito Lirico Lombardo: A.Ponchielli di Cremona, Grande di Brescia, Sociale di Como, Fraschini di Pavia e dei Teatri: Comunale di Ferrara e Dante Alighieri di Ravenna.
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento