Un Decebalo italo-rumeno

Il Decebalo, festa teatrale tra le ultime partiture di Leo, è stato proposto nell'ambito del Festival Mezza Estate in un'edizione non-scenica guidata dal musicologo Lorenzo Tozzi: molto interessante la partitura, e bella in molte Arie, anche se non realizzata con alta qualità interpretativa, sia nelle voci che nella guida strumentale, tuttavia molto applaudite.

Recensione
classica
Festival di Mezzaestate Tagliacozzo
Leonardo Leo
03 Agosto 2005
Emerge da due differenti fonti italiane questo Decebalo di Leo, pensato quale festa teatrale per la nascita - nel 1743 - della terzogenita di Carlo III Re di Napoli: Lorenzo Tozzi, cui va riconosciuto in sostanza il merito musicologico della sua riscoperta e proposta (nell'ambito del da lui fondato Festival di Mezza Estate), ipotizza a ragione che la partitura, per il declinare delle condizioni di salute dell’infanta, non fu mai eseguita. Ascoltarla ha restituito un lavoro di tutto rispetto, giocato anzitutto sulla caratterizzazione vocale dei personaggi: l'imperatore Domiziano, personificazione del potere assoluto ma infine ravveduto di fronte a un franco e onesto antagonismo degli altri personaggi maschili e alla deferente tenerezza di quelli femminili, è l'unica voce grave, dacché l'eroe eponimo (re dei Daci, e perciò in grado di interessare la collaborazione di forze esecutive rumene) e il nobile Flavio sono entrambi contro-voci (alto il primo, tenore il secondo), e le due donne soprani. Molte le arie di notevole bellezza, da scegliere in particolare tra gli affetti tempestosi e quelli melanconici (straordinaria l'ultima di Domizia, con stupendi duetti a due violini); ma i recitativi, pur mancando quelli accompagnati, non sono trascurabili: le voci impiegate, 4 su 5 di giovani cantanti rumeni, faticano perciò a centrare il nesso suono-senso della parola, oltre ad avere ognuna le sue perfettibilità (elegante, ma da migliorare in definizione delle fioriture, la Surdu; un po' piatta la Cioranu; con ottime potenzialità ma acerba quella di Popescu, più solida quella di Dumitrascu); Manzotti invece è molto a suo agio interpretativamente, coinvolge, senza però controllare alla perfezione alcune zone dell'emissione. Nonostante l'assenza di una forma scenica, il pubblico ha mostrato di seguire bene e apprezzare con calore un'operazione non scontata per un cartellone "generalista" - sanamente! - come quello di Tagliacozzo.

Note: (prima esecuzione assoluta) esecuzione in forma di concerto

Interpreti: Adrian George Popescu (Decebalo). Angelo Manzotti (Flavio), Sorin Dumitrascu (Domiziano), Laura Tatulescu (Domizia), Julia Surdu (Giulia) - in collaborazione con il Collegio Stravagante e la Università della musica G. Enescu di Bucarest

Orchestra: Romabarocca Ensemble

Direttore: Lorenzo Tozzi

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