Il "Ballo" belcantistico di Pappano

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Recensione
classica
Royal Opera House (ROH) Londra
Giuseppe Verdi
12 Aprile 2005
Nell'introduzione al programma di sala Mario Martone spiega le sue ragioni per la scelta di ambientare la nuova produzione del "Ballo in maschera" sullo sfondo dell'America di metà Ottocento: la contemporaneità con Verdi, che crea una forte consistenza stilistica tra la musica e l'azione drammatica, e le tensioni razziali che pongono in diversa prospettiva la figura di Ulrica, 'dell'immondo sangue dei negri', ma soprattutto di Renato, descritto come meticcio, un soggetto vulnerabile in una società razzista, il che spiegherebbe l'estremità delle passioni a cui è soggetto. Ma se sulla carta questa spiegazione contestuale ha senso, in pratica l'idea ha poco impatto sulla realizzazione scenica: solo lo pseudo-realismo dell'antro di Ulrica, vista come una medium, riesce a trasmettere una certa vitalità ad una produzione per il resto piatta e soggetta a luoghi comuni, che sembra mancare di consistenza e che soffre per i limiti imposti dalle scenografie, per altro imponenti, di Sergio Tramonti. Nemmeno il finale coup-de-theatre, in cui la parete di specchi dello studio di Riccardo diventa il soffitto della sala del ballo, rinfrangendo immagini di danze in saloni sotterranei, riesce a bilanciare l'abuso probabilmente involontario dei tableaux-vivant. Musicalmente è tutta un'altra storia: Pappano offre una eccitante lettura della partitura, riportandola alle radici belcantistiche, ed il cast è uniformemente valido, dai congiurati di Matthew Rose e Giovan Battista Parodi, all'Oscar di Camilla Tilling e al Renato di Thomas Hampson. Marcelo Alvarez è vocalmente e stilisticamente entusiamante nel ruolo di Riccardo, ma la serata appartiene a Karita Mattila, qui al suo debutto nel ruolo di Amelia: la sua capacità di plasmare la linea vocale per delineare anche i più minuti dettagli drammatici è impareggiabile, e ancora una volta il soprano finlandese si riconferma una delle più grandi cantanti-attrici sul palcoscenico internazionale.

Regia: Mario Martone

Orchestra: Orchestra della Royal Opera House

Coro: Coro della Royal Opera House

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