E' riproposto da quasi trent'anni. Lo spettacolo delle "Nozze di Figaro", che Strehler curò nel 1973, fa ancora furore all'Opéra Bastille di Parigi. Nel cast brilla Idelbrando d'Arcangelo
Recensione
classica
Opera Bastille Parigi
Wolfgang Amadeus Mozart
12 Settembre 2002
Era il 7 aprile 1973 allfiinizio dell'era del sorvrintendente Lieberman. Andava in scena una produzione delle Nozze di Figaro destinata a segnare la storia di questo teatro (e di tanti altri). Certo, sul podio c'era Solti e sul palco si succedevano tante stelle del firmamente canoro (Janowitz, Freni, Krause, Van Dam). Ma quella che più impressionò i parigi restò la sobria regia di Giorgio Strehler. Presto questo spettacolò festeggierà trent'anni di repliche. E per il momento non mostra neanche una ruga né il benché minimo cedimento alla routine. Anzi quest'ennesima ripresentazione del testo mozartiano, passato attraverso l'acume di Strehler, si conferma un grande momento di magia. Anche la complicità di Ezio Frigerio non deve essere stata ininfluente. Certo di acqua ne è passata sotto i ponti. E sono anni che il timone è passato a Humbert Camerlo che tenta di restare fedele alla volontà del regista italiano. Ma i frutti della concezione teatrale di Strehler sono là: una semplicità apparente, riflesso di quella altrettanto ingannatrice della partitura, frutto di un dominio virtuoso della tecnica. Per lo più i cantanti, sembrano coscienti dell'eredità, misurando i gesti e non lasciandosi andare ad una recitazione sovraccarica. Non sa resistere alla tentazione di qualche gesto manierato Brigitte Hahn, una contessa di nome ma non nella postura. Di fatto, il cast impreziosisce questa produzione. La vera stella della serata è Ildebrando d'Arcangelo: estremamente a suo agio sulla scena nel doppio ruolo di cantante/attore. Finalmente si sente un Figaro che possiede le note basse, troppo spesso sfuggite da tanti interpreti di fattezza vocale baritonale. Accanto a d'Arcangelo, il pur bravissimo (resta negli annali il suo Billy Budd) baritono danese Skovhus resta più opaco. Splendente anche la debuttante a Bastille Isabel Bayrakdarian. L'orchestra ha dimostrato di dominare fin nei dettagli la partitura mozartiana e non si è lasciata andare ad una lettura di routine. In particolare, restano ammirevoli i legni e gli ottoni. Uno spettacolo con tutto esaurito che sicuramente è destinato ancora a lunga vita.
Interpreti: Bo Skovhus (Conte d'Almaviva), Ildebrando d'Arcangelo (Figaro), Reinhard Dorn (Bartolo), Robert Tear (Don Basilio)
Ruxandra Donose (Cherubino), Michel Trempont (Antonio)
François Piolino (Don Curzio), Brigitte Hahn (Contessa)
Isabel Bayrakdarian (Susanna), Della Jones (Marcellina)
Laura Giordano (Barbarina),
Regia: Giorgio Strehler (realizzazione di Humbert Camerlo)
Scene: Ezio Frigerio
Costumi: Ezio Frigerio
Coreografo: Jean Guizerix
Orchestra: Orchestra dell'Opéra National de Paris
Direttore: Stéphane Denève
Coro: Coro dell'Opéra National de Paris
Maestro Coro: Peter Burian
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