Divertimento mozartiano
Don Giovanni secondo i Sacchi di Sabbia
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Dopo aver pregato gli spettatori di spegnere i cellulari, la voce registrata racconta la trama del Don Giovanni di Mozart mentre un spilungone commenta ogni passaggio coi gesti che farebbe uno stewart per indicare le uscite di sicurezza dell'aereo o le maschere d'ossigeno. Dopo di che entrano in scena quattro bambinacce con due loro compagni, tutti in divisa da collegiali, e si mettono a bofonchiare, pernacchiare, abbaiare, miagolare ogni nota dell'ouverture. Lo strampalato coro a cappella è intonatissimo, si diverte perfino a enfatizzare le pause fingendo d'incepparsi, sgangherando bocche e strabuzzando gli occhi. L'effetto è davvero irresistibile, specie quando poi attacca con le arie e i recitativi, illustrati dalle didascalie del libretto su uno schermo. Se ne sentono di tutti i colori, con le sei facce da matti da legare che strappano al pubblico risate continue e non fanno certo rimpiangere la mancanza di rappresentazione. Sono pochi e misuratissimi gli effetti teatrali, una estemporanea palla da tennis che cade da una tasca bloccando l'esecuzione, le pile accese sotto i volti nella scena del cimitero mentre si sentono battere i denti dal terrore, un vetro smerigliato dietro cui canta il Commendatore nel finale.
Quanto a vocalità, i sei riescono a spaziare dagli stridii altissimi dei violini e dei flauti fino alle più cupe sonorità degli ottoni, perennemente impeccabili e beffardi. Folgorante l'evocazione di Donna Elvira con un abbaiare da cagnetta furibonda. Di certo è il Don Giovanni più strano e imprevedibile che si possa vedere. Il merito di questo spettacolo di straordinario divertimento (dura cinquanta minuti) va alla compagnia toscana I Sacchi di Sabbia. Li abbiamo visti al Teatro Crt di Milano (erano già stati ospiti del Teatro Stabile di Torino) ma meritano di essere inseguiti nella loro tournée di febbraio: 11 a Spello, 12 Palaia (Pisa), 25 Vicenza, 26 Mira (Padova). Poi a Bologna il 20 giugno. Ci sarebbe tuttavia da augurarsi una loro presenza in un festival mozartiano! (Stefano Jacini)
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