I problemi del Lirico di Cagliari
C'è un deficit di 29 milioni
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Se soltanto qualche mese fa, quando Gennaro Di Benedetto ne fu nominato sovrintendente, si parlò di un passivo del Teatro Lirico di Cagliari di 21 milioni, il bilancio consuntivo per il 2010, approvato nella prima seduta del Cda presieduta dal nuovo Sindaco, ha verificato una situazione economica ancora più grave, con un deficit di ben 29 milioni. 25 milioni sono il debito pregresso, quello iniziato con la gestione di Mauro Meli e cresciuto negli anni successivi, 4 milioni sono la somma reclamata da alcune società per le forniture dello scorso anno.
Visto che le entrate, dopo il reintegro del FUS, sono di circa 22 milioni, non è difficile prevedere serie difficoltà, nel prossimo furturo, per il teatro cagliaritano.
Se Claudio Cugusi, un consigliere regionale del PD, ha parlato senza mezzi termini di "commissariamento, liquidazione e recupero come teatro stagionale" (Cugusi), altri ritengono necessario un mutuo bancario finalizzato alla ristrutturazione del debito, per concedere il quale, però, le banche chiederebbero in garanzia il teatro, di proprietà del Comune. A tutto ciò va aggiunto che sono stati spesi 15 milioni per il Parco della musica, inaugurato a fini elettorali nel mese di maggio, ma ben lontano dall'essere utilizzabile per attività musicali.
Non parrebbero esserci vie d'uscita. Ma Cugusi fa suo il "piano triennale" messo a punto dal tenore Gianluca Floris, uno degli aspiranti alla sovrintendenza del teatro, poi assegnata a Di Benedetto. Il piano, cifre alla mano, parrebbe anche poter funzionare, ma si basa su una condizione che suscita almeno qualche perplessità: tre stagioni liriche con 6 titoli ciascuna (e nella seconda e nella terza la ripresa di 6 e 14 recite del repertorio degli anni precedenti) con costi per i cachet contenuti entro i 30.000 euro a serata. (a.t.)
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