Turandot evapora

Dal 3 dicembre Puccini secondo Padrissa a Monaco

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«Il ghiaccio e la sua trasformazione in acqua e vapore è quello che meglio rappresenta la nostra versione scenica di "Turandot"» spiega Carlus Padrissa (nella foto) de La Fura dels Baus e regista della nuova produzione della pucciniana "Turandot" che va in scena all'Opera di Stato Bavarese dal prossimo 3 dicembre. Ispirata alla Cina contemporanea frequentata fra 2009 e 2010 per allestire uno spettacolo commissionato dal Governo cinese per l'Expo di Shangai, la nuova produzione a cura del collettivo catalano sarà costruita sull'idea di trasformare lo spazio costantemente. Il tutto, come illustra Padrissa, «su un pavimento di ghiaccio che riflette i tre elementi scenografici: un grande occhio/luna/gong/ghigliottina, edifici in continua costruzione e demolizione e un giardino di bambú per il finale».
Sul podio del Nationaltheater ci sarà Zubin Mehta, che continua il sodalizio artistico con La Fura iniziato con la Tetralogia wagneriana a Valencia nel 2007. In scena, Jennifer Wilson (Turandot), Marco Berti (Calaf) e Ekaterina Scherbachenko (Liù). In programma repliche fino al 20 dicembre e più due riprese in aprile e in luglio per i Münchner Festspiele.
Stefano Nardelli

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