Kandinskij all'opera

Il 13 giugno al Comunale di Bologna Il suono giallo di Solbiati in prima assoluta

News
classica
Un evento scenico in cui tutte le componenti - visive e acustiche - hanno la stessa importanza può essere definito "opera"? Lo è, nelle intenzioni dell'autore Alessandro Solbiati, Il suono giallo, tratto dall'omonima "composizione scenica" di Vassilij Kandinskij e in prima assoluta al Comunale di Bologna il prossimo 13 giugno. «Il mio ruolo è quello di compositore dell'evento globale, che scrive la musica avendo presente come sarà la resa scenica. Fondamentale è stato il dialogo virtuoso con lo scenografo Gianni Dessì». Sarebbe infatti impossibile affrontare diversamente un tale testo, che prescrive con precisione musica, atmosfere e movimento. Solbiati vi ha trovato una chiave di lettura: «Anche se astratta, una narratività insita nel testo esiste. Ho ricostruito un duplice percorso simbolicamente narrativo: Il suono giallo è tanto realizzazione dell'individuo che trova sé stesso quanto parabola psichico-emotiva dell'artista durante l'atto creativo». Gli elementi più significativi? «Gli ossimori e, come anche per Kandinskij, il concetto di danza: è sintesi di musica, voci, luci, azione. Come movimento nel tempo, è l'atto di sublimazione con cui l'individuo si svincola dal magma, finalmente creato.» Dopo il fil rouge, ha dato un equilibrio alle componenti: «Alcuni concetti erano da affidarsi alla visione - basti pensare alla luce, che all'inizio è vuota, d'assenza, per essere poi luce di compimento -, mentre molte immagini non potevano essere risolte se non con la musica: per far precepire i giganti di Kandiskij (tanto enormi da invadere l'intero spazio) può forse un espediente visivo competere con la voce profondissima di Nicholas Isherwood?» E le forme? «È una partitura che passa da sezioni confuse e oscure ad altre luminose, che sorge da testi decantati fino alla distillazione, che è costruita su strutture formali interne» Come l'Invenzione su E? «"E." è mia moglie. Quella sezione del V quadro è un omaggio al suo nome... sono troppo romantico?». Dovremo scoprirlo!

Valentina Anzani

Se hai letto questa news, ti potrebbero interessare anche

classica

Il 2024 ha rappresentato un anno di svolta tra attività di rete, promozione culturale e valorizzazione del territorio

classica

Il 27 novembre Simon Boccanegra inaugura la Stagione 2024-25 dell’Opera di Roma

classica

Era il "papà" del Rossini Opera Festival