Jesi per Federico

Il Festival Pergolesi Spontini dal 1° al 25 settembre

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Suggestioni dal medioevo, dalla musica trobadorica e dalla liturgia normanno-sveva: questo e molto altro al Festival Pergolesi Spontini, intitolato "Vento di Soave: Papi, Imperatori, Armi e Amori Sotto l’Aquila Sveva" per celebrare la figura di Federico II di Hohenstaufen, nato a Jesi nel 1194 durante il viaggio di Costanza d’Altavilla verso la Sicilia. La cittadina marchigiana, che siamo abituati veder omaggiare i suoi due maggiori musicisti, quest’anno allarga la prospettiva verso personaggi meritevoli di aver portato il suo nome nel mondo, da atleti come Valentina Vezzali, testimonial del festival, al grande imperatore svevo, cui sarà anche dedicato un museo di prossima apertura. Inaugurazione scintillante il 1° settembre, nella piazza dove secondo la tradizione Federico venne alla luce sotto una tenda, con la festa teatrale "Il Volo dell’Aquila. Di come Costanza Imperatrice diede al mondo il figlio Federico" ideato dallo show maker Franco Dragone su testi di Virgilio, Dante, Jacopone da Todi e musica di Fabrizio Festa, con artisti di circo contemporaneo.

«Questa edizione del Festival - dice Vincenzo De Vivo, direttore artistico - si avvale di artisti di qualità ( come Dragone, gli ensembles Micrologus, Calixtinus, Les Talents Lyriques diretti da Christophe Rousset) e propone tutte nuove produzioni, in uno sforzo notevolissimo per affermare la propria vocazione di centro di produzione pur con mezzi non troppo rilevanti. Nonostante la tematica, nuova per la nostra tradizione, si mantiene il filo rosso con i nostri due autori prediletti, Pergolesi e Spontini, attraverso quello federiciano: basti ricordare l’"Agnes” spontiniana, di cui saranno lette alcune pagine al pianoforte nel concerto dell’ 11 settembre, intitolato Salotto Agnese, che ha tra i protagonisti il padre di Federico, Enrico VI; o il dramma sacro di Pergolesi "Li prodigi della divina grazia nella conversione e morte di San Guglielmo Duca d’Aquitania", che si lega alle vicende del nonno dell’imperatore, Ruggero. Lungo il festival troviamo l’autentica musica medievale, affidata sia all’ensemble Micrologus in tre concerti dedicati rispettivamente alle canso trobadoriche, alle laudi francescane e ai Carmina Burana, sia all’ensemble Calixtinus che riporta in vita la liturgia per la cappella reale di Sicilia dai codici normanno svevi di Madrid. Ma troviamo anche la rievocazione del medioevo, della sua musica e delle sue atmosfere. E’ il caso di Re Enzo, prima opera di Respighi, che racconta in chiave comica e direi goliardica la storia del figlio naturale di Federico, fatto prigioniero a Bologna nel 1249 dopo la battaglia della Fossalta. O di "La Saracina", su un libretto mai musicato di Wagner, i cui protagonisti sono altri due figli naturali di Federico, Manfredi e una misteriosa fanciulla di madre musulmana, che ricordano molto Sigmund e Sieglinde. Il libretto contiene motivi delle opere mature di Wagner; la musica, eseguita al pianoforte solo, è tratta dalle partiture più note del compositore, dalle parafrasi wagneriane di Liszt e include l’incompiuta Romeo e Giulietta per pianoforte. In una sorta di pianobar wagneriano, viene raccontata la storia dei due fratelli attraverso il “cunto” di un puparo, un contastorie e un negromante». All’ombra di Pergolesi e Spontini dunque quindici appuntamenti serrati che ripercorrendo l’albero genealogico del grande Federico, Stupor mundi, gli rendono omaggio, primo tra i non pochi jesini illustri del passato e del presente.

Lucia Fava

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