“Nessun dorma" su Rai5
Cadenza mensile per il programma che racconta tutte le musiche
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"Nessun Dorma", che ha già curato trasmissioni di musica in diretta su Rai5 (ma anche la prima scaligera di Sant'Ambrogio su Rai1), dal 23 febbraio diventa un magazine a cadenza mensile (Rai5 ore 21.15), firmato da Massimo Bernardini, Filippo Arriva e Giorgio Cappozzo, con la consulenza di Carla Moreni e la regia di Tiziana Pelleraro. L'obbiettivo è quello di mescolare le carte della musica, dalla classica al rock, al pop, facendola raccontare dal vivo da chi la suona, la scrive, la interpreta. Bernardini non fa il presentatore, ma indossa i panni dell'inviato che va a curiosare e raccogliere informazioni sul campo. Per questo si avvale della sede Rai di Torino, luogo deputato quando si parla di musica data la presenza dell'Orchestra Rai, degli studenti del conservatorio della città, come della locale scuola di jazz. La prima puntata si occupa di musica da camera e si avvale di Beatrice Rana, giovanissima pianista già in carriera, che dibatte con alcuni ragazzi quasi suoi coetanei dei problemi inerenti lo studio, l'esecuzione, ecc. Ma poi suona pure, insieme col Quartetto Modigliani, il “Quintetto in fa minore” di Schumann. A fianco di questo incontro, dalle Teche Rai proviene invece l'esecuzione di "Golliwogg's" da "Children's corner" di Debussy, suonato da Benedetti Michelangeli. Un'occasione per parlare di questo brano che tanto ricorda il Ragtime, di qui a citare Scott Joplin in passo è breve, come pure a farne eseguire un brano da uno dei ragazzi. La scaletta del programma prevede anche un intervento video di Lang Lang coi folli 2cellos per una rivisitazione di una cover di Paul McCarney. Insomma, da come si presenta, la trasmissione non ha un tema previsto, ma nasce quasi da associazioni libere attorno a un argomento che via via prende forma. Ma sempre con l'attenzione rivolta a chi la musica la pratica o l'ha praticata, senza alcun intento didascalico. Le puntate previste per ora sono dodici, nella seconda si girerà attorno al quartetto, classico o jazz che sia, nella terza attorno all'opera con tutti gli interrogativi del caso, su chi debba tenere il bastone di comando, se il direttore d'orchestra o il regista. Stando così in fieri le cose, non c'è che essere davvero incuriositi.
Stefano Jacini
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