Brexit: la European Union Baroque Orchestra emigra
La decisione della EUBO di spostarsi ad Anversa sarebbe legata ai timori legati all'uscita del Regno Unito dalla UE
Aveva la propria sede nell’Oxfordshire dal 1985, ma ora la European Union Baroque Orchestra (EUBO) ha deciso di lasciare il Regno Unito e si trasferirà a Anversa. Stando a quanto riporta il quotidiano britannico “The Guardian”, la decisione sarebbe legata ai timori su possibili restrizioni nella libertà di movimento dei propri musicisti in conseguenza della decisione del paese di lasciare l’Unione Europea.
La EUBO è formata da giovani musicisti provenienti dalla UE e rappresenta per molti una porta di ingresso nel mondo professionale degli ensemble barocchi. Annualmente vi prendono parte dai 20 ai 25 strumentisti selezionati fra circa 100 studenti specializzati in prassi esecutive su strumenti originali. Per il suo funzionamento la EUBO riceve finanziamenti dalla UE e, per il triennio 2015-18 in particolare, le sue attività vengono sostenute dal programma Creative Europe della UE. Da parte britannica, secondo il quotidiano, vi sarebbero timori che la Brexit possa anche pesare sul destino professionale dei giovani talenti britannici, come trapela dalle parole di Emma Wilkison, direttore generale dell’orchestra: «Mi preoccupa che le orchestre europee non invitino musicisti britannici di talento per lavorare con loro: diventerà troppo complesso da un punto di vista burocratico».
E se il trasloco della European Union Baroque Orchestra sarebbe ormai cosa fatta dopo il concerto previsto il prossimo 19 maggio nella St. John's Smith Square a Londra, anche la European Union Youth Orchestra (EUYO), la compagine giovanile dell’UE con base a Londra dal 1976, starebbe meditando di trasferirsi in un paese dell’Unione. Secondo il general manager dell’orchestra Marshall Marcus: «Da tempo stiamo facendo piani per essere pronti a un trasloco, se e quando questo diventasse necessario o semplicemente vantaggioso. Se alla fine ci sarà una Brexit dura è davvero difficile capire come musicisti britannici potranno continuare a beneficiare delle opportunità che la EUYO e altre iniziative sostenute dalla UE sono state in grado di offrire a generazioni di musicisti europei».
(Stefano Nardelli)
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